Nuova strage e condanna per l'uccisione dell'attivista

Giustiziata con un colpo alla nuca: Israele ammette l’esecuzione di Aysenur Ezgi, USA furiosi

40 morti a Khan Yunis. L’Idf: “Utilizzate misure per mitigare il rischio di danni civili”, ma i sopravvissuti smentiscono. L’Onu condanna l’attacco. Blinken furioso per l’uccisione dell’attivista in Cisgiordania

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

11 Settembre 2024 alle 08:00

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Giustiziata con un colpo alla nuca: Israele ammette l’esecuzione di Aysenur Ezgi, USA furiosi

Un bombardamento micidiale nell’inferno di Gaza. Morti, feriti, crateri profondi nove metri. Un funzionario della Difesa civile di Gaza ha riferito ad Afp che 40 persone sono morte e altre 60 sono rimaste ferite. L’esercito israeliano ha comunicato che i suoi aerei hanno colpito importanti terroristi di Hamas che operavano all’interno di un centro di comando e controllo situato nell’area. «I nostri equipaggi sono ancora al lavoro per recuperare 15 dispersi a seguito dell’attacco alle tende degli sfollati a Mawasi, nel nord della città di Khan Yunis», ha detto ad Afp un funzionario della protezione civile, Mohammed al-Mughair.

Fonti della difesa civile hanno sostenuto separatamente che l’attacco ha lasciato dietro di sé crateri profondi fino a nove metri. «Intere famiglie sono scomparse nel massacro di Mawasi a Khan Yunis, sotto la sabbia, in buche profonde», ha dichiarato il portavoce della Difesa civile, Mahmoud Basal. L’esercito israeliano ha dichiarato in un comunicato che «le organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza continuano ad abusare sistematicamente delle infrastrutture civili e umanitarie – compresa l’area umanitaria designata – per svolgere attività terroristiche contro lo Stato di Israele e le truppe dell’Idf». Hamas ha risposto che le affermazioni secondo cui i suoi combattenti erano presenti sulla scena dell’attacco sono «una palese menzogna».

Mawasi è designata da mesi dall’esercito israeliano come “zona umanitaria sicura”, cioè un posto che in teoria l’esercito garantisce di non attaccare militarmente, in cui i civili palestinesi dovrebbero poter stare in sicurezza e dove dovrebbero poter ricevere gli aiuti umanitari. In un comunicato pubblicato su Telegram, l’aeronautica di Tel Aviv sostiene di aver adottato “numerose misure per mitigare il rischio di danneggiare i civili” e afferma di aver “colpito esponenti di spicco di Hamas”. Le dichiarazioni confliggono con le testimonianze sul campo raccolte dai media arabi. I tre comandanti islamisti obiettivo del raid sarebbero stati Samer Ismail Khader, a capo delle forze aeree di Hamas, Osama Tabash, capo della sorveglianza nella divisione di intelligence di Hamas e Ayman Mabhouh. Tutti sarebbero stati “direttamente coinvolti nel massacro del 7 ottobre”. Ancora non è chiaro se siano stati uccisi nel raid.

“I missili israeliani hanno lasciato crateri profondi fino a nove metri nella tendopoli”, riporta Al-Jazeera citando testimonianze oculari dei sopravvissuti. Secondo il media del Qatar, l’attacco è avvenuto nei pressi di un ospedale da campo. «C’erano cadaveri erano sepolti nella sabbia, li abbiamo recuperati a pezzi», ha detto un residente coinvolto nei soccorsi all’Associated Press.
Alcune delle tende hanno preso fuoco, ricordando la dinamica del devastante raid del maggio scorso a Rafah, dove almeno 45 persone furono uccise nell’incendio scatenato da un bombardamento israeliano su un’altra tendopoli. Dopo quell’episodio, che sconvolse l’opinione pubblica, gli Stati Uniti hanno avviato forti pressioni su Israele perché limitasse le sue attività militari nelle zone popolate e hanno lanciato il piano in tre fasi per il cessate-il-fuoco e lo scambio di ostaggi con Hamas, avviando una fase di negoziati che però non si è mai conclusa ed è tuttora in stallo.

Non è la prima volta che Israele colpisce la zona di Mawasi: in particolare a luglio aveva effettuato attacchi che avevano causato la morte di un centinaio di civili palestinesi. Uno di questi attacchi, compiuto il 13 luglio, aveva l’obiettivo di colpire una villa di proprietà della famiglia di Rafa Salameh, un comandante della Brigata Khan Yunis, una delle brigate che compongono al-Qassam, il braccio armato di Hamas. Israele sostiene che al momento dell’attacco nella villa ci fosse Mohammed Deif, leader delle Brigate Ezzedin al-Qassam, che sarebbe stato ucciso. Prima dell’inizio della guerra tra Hamas e Israele ad Mawasi ci abitavano poche migliaia di persone: ora è invece diventata molto densamente popolata ed è piena di tende perché vi si sono rifugiate moltissime persone rimaste senza casa a causa dell’invasione della Striscia da parte dell’esercito israeliano.

Il coordinatore speciale delle Nazioni unite per il processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland, ha diffuso un comunicato in cui condanna l’attacco aereo israeliano su una zona umanitaria di Gaza. “Condanno fermamente i micidiali attacchi aerei di oggi da parte di Israele su un’area densamente popolata in una zona umanitaria, designata da Israele, a Khan Yunis, dove si rifugiavano gli sfollati” ha dichiarato Wennesland. Israele ha detto di aver preso di mira un centro di comando di Hamas, ma Wennesland ha rimarcato che il diritto umanitario internazionale “deve essere rispettato in ogni momento”, sottolineando che “i civili non devono mai essere usati come scudi umani”. Il capo dell’agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), Philippe Lazzarini, ha denunciato Israele per avere fermato per otto ore un convoglio diretto a vaccinare i bambini contro la poliomielite nonostante vi fosse stato un “coordinamento preliminare dettagliato”.

“Il convoglio è stato fermato sotto la minaccia delle armi subito dopo il check-point militare di Wadi Gaza e l’esercito ha minacciato di arrestare il personale dell’Onu”, ha denunciato Lazzarini su X, aggiungendo che i bulldozer israeliani hanno causato “gravi danni ai veicoli blindati dell’Onu”. “Il cessate il fuoco è stato annunciato così tante volte. C’eravamo quasi ma non ce l’abbiamo fatta. Perché? Molto semplice: perché chi fa la guerra non ha interesse a finirla. Fanno sempre meno finta, perché alla loro intransigenza si accompagna la totale l’impunità e le loro azioni non hanno conseguenze, in piena violazione della legge internazionale con le istituzioni come la Corte penale internazionale minacciate e loro decisioni ignorate”. Lo ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, in un punto stampa ieri al Cairo con il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty.

Intanto, il segretario di Stato degli Usa, Anthony Blinken, ha condannato con inusuale durezza e in termini secchi la recente uccisione da parte delle forze israeliane nella Cisgiordania palestinese di una giovane attivista con cittadinanza americana e turca, Aysenur Ezgi, definendola «non provocata e ingiustificata». Le parole di Blinken sono arrivate a margine di un colloquio a Londra con il suo omologo britannico David Lammy, il quale aveva subito prima a sua volta fustigato come “scioccante” l’ultimo raid Israele a Khan Younis, invocando un cessate il fuoco immediato.

11 Settembre 2024

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