Il conflitto Israele-Hamas

Netanyahu non molla sul “corridoio Filadelfia” e affossa i piani per un cessate il fuoco: la sfida di Bibi agli alleati

Esteri - di Redazione

3 Settembre 2024 alle 11:29

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Netanyahu non molla sul “corridoio Filadelfia” e affossa i piani per un cessate il fuoco: la sfida di Bibi agli alleati

Contestato in patria, dove si è trovato di fronte al primo sciopero generale indetto dal sindacato Histadrut dallo scoppiare del conflitto, sempre più isolato a livello internazionale, tra il governo laburista inglese che ha annunciato la sospensione di 30 licenze per l’esportazione (su 350) di componenti utilizzati in vari armamenti destinati ad Israele per il “rischio che vengano usati in violazione del diritto umanitario internazionale” e le critiche ormai non più velate di Biden.

Benjamin Netanyahu resiste e insiste nel suo piano di protrarre la guerra contro Hamas nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, unica assicurazione personale di fronte al rischio di una fine imbarazzante della sua lunga carriera politica e con l’incubo sempre presente dei processi.

Netanyahu e il naufragio dei negoziati

Che l’ostacolo principale alla fine del conflitto sia Bibi è ormai chiaro a tutti. Lo dice senza mezzi termini il leader dello storico alleato dello stato ebraico, ovvero quel Joe Biden sempre più indispettito dal primo ministro israeliano: il presidente Usa ha detto apertamente che Netanyahu non sta facendo abbastanza per raggiungere un accordo per cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi israeliani.

Lo hanno ribadito fonti statunitensi a conoscenza dei colloqui di pace ancora in corso tra le parti alla Cnn. Netanyahu avrebbe fatto “naufragare” il tentativo dei mediatori di riprendere i negoziati per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi: secondo la Cnn dopo l’assassinio di sei ostaggi israeliani da parte di Hamas a Gaza, i mediatori hanno lavorato per promuovere un accordo per Gaza ma Netanyahu, che ha sostenuto che Israele non lascerà mai il corridoio Filadelfia, “ha affossato tutto con un solo discorso“, ha affermato la fonte dell’emittente Usa.

Il riferimento è al discorso alla nazione tenuta da Netanyahu lunedì sera, al termine di una giornata caotica in cui ha avuto luogo lo sciopero generale, duramente contestato dal primo ministro e dai suoi alleati dell’estrema destra religiosa, che hanno accusato i manifestanti di fare il gioco di Hamas e di sostenere i terroristi islamici.

Il piano di Bibi per Gaze e il “corridoio Filadelfia”

Ma quello di Bibi è stato soprattutto un discorso di netta chiusura ad ogni ipotesi di accordo, come commentato dalle fonti Usa alla Cnn. Il primo ministro israeliano ha ribadito di non avere intenzione di ritirare l’esercito dalla Striscia di Gaza, lasciando pochi spazi per un cessate il fuoco: in particolare, andando anche allo scontro col suo ministro della Difesa Gallant, Netanyahu ha ribadito per l’ennesima volta che l’esercito ha la necessità di controllare il cosiddetto “corridoio Filadelfia”, la zona cuscinetto che costeggia per 14 chilometri il confine tra Gaze e l’Egitto, che include il noto valico di Rafah.

Netanyahu, “armato” di una bacchetta da professore e parlando di fronte ad uno schermo gigante che mostrava la mappa di Israele e della Striscia di Gaza, ha definito il corridoio “il tubo dell’ossigeno di Hamas” e ha aggiunto che “l’asse del male ha bisogno che noi lo lasciamo e per questo noi ci resteremo”.

Il primo ministro ha quindi “risposto” alle famiglie degli ostaggi uccisi dal 7 ottobre ad oggi, ha chiesto “perdono” per non averli riportati a casa ma allo stesso tempo ha usato parole durissime contro le proteste: “Nessuno è più impegnato di me nella liberazione degli ostaggi, nessuno mi farà la predica su questo tema”.

di: Redazione - 3 Settembre 2024

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