Guerra e diplomazia
L’Ucraina attacca nel Kursk russo e fa saltare i negoziati segreti con Mosca: sfuma il vertice di Doha
I rapporti tra Stati Uniti e Ucraina sono a dir poco tesi, nonostante da Washington nessuno nell’amministrazione di Joe Biden pensa di limitare il sostegno a Kiev.
Colpa del riemergere del caso Nord Stream 2, il gasdotto che stando ad una inchiesta tedesca è stato compiuto dagli stessi ucraini (e non dalla Russia, su cui si era puntato il dito inizialmente), ma anche della recente offensiva militare ucraina nel Kursk.
L’incursione delle truppe fedeli a Volodymyr Zelensky “fa deragliare gli sforzi per un cessate il fuoco parziale con la Russia”. A scriverlo oggi è il Washington Post, secondo il quale l’incursione dell’Ucraina in Russia ha fatto fallire i piani che prevedevano di tenere colloqui indiretti in Qatar sulla sospensione degli attacchi alle infrastrutture energetiche.
“L’Ucraina e la Russia – spiega il quotidiano citando diplomatici e funzionari a conoscenza delle discussioni – avrebbero inviato delegazioni a Doha questo mese per negoziare un accordo storico destinato a porre fine agli attacchi contro le strutture energetiche e le infrastrutture elettriche di entrambe le parti. L’intesa sarebbe stata l’equivalente di un cessate il fuoco parziale e avrebbe concesso una tregua a entrambi i paesi”.
“Ma i colloqui indiretti, con i qatarini in funzione di mediatori che si sarebbero incontrati separatamente con le delegazioni ucraina e russa, sono stati fatti deragliare dall’incursione a sorpresa dell’Ucraina nella regione russa di Kursk la scorsa settimana”, secondo i funzionari citati dal quotidiano della capitale Usa.
Ricostruzione questa parzialmente smentita dall’Ucraina. L’ufficio di presidenza di Volodymyr Zelensky ha fatto sapere che i colloqui si terranno, ma sono stati posticipati “a causa della situazione in Medio Oriente”. Il vertice dunque si dovrebbe svolgere in videoconferenza il 22 agosto, poi Kiev si consulterà con i suoi partner sull’attuazione di quanto discusso.
Resta da capire se da Mosca Vladimir Putin darà il suo ok dopo esser stato colpito “in casa”. Non solo: al momento le posizioni restano distanti, col leader russo che chiede il riconoscimento delle regioni di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, con la controparte ucraina che invece vuole il ritiro totale dai territori occupati, compresa la Crimea annessa illegalmente dal 2014.