L'indiscrezione
Corea del Nord, Kim Jong Un apre al turismo internazionale: “Pyongyang e stazioni sciistiche”
A lanciare la notizia la BBC tramite alcuni tour operator cinesi. L'apertura a quasi cinque anni di frontiere blindate per la pandemia di covid-19
Curiosità - di Redazione Web
Ancora presto per fare i bagagli ma anche se mancano conferme ufficiali la notizia ha fatto in pochissimo il giro del mondo suscitando la curiosità e l’eccitazione di viaggiatori e turisti. La Corea del Nord sarebbe pronta ad aprire le porte al turismo internazionale: a precise condizioni, ci mancherebbe, comunque è già abbastanza per scatenare l’entusiasmo di chi vorrebbe scoprire un Paese dal fascino anacronistico, ammantato da un’atmosfera di mistero, tra i pochi posti dall’aura irraggiungibile rimasti al mondo.
A riportare la notizia è BBC, secondo cui il regime guidato dal leader Kim Jong Un sarebbe pronto tramite alcuni tour operator ad aprire alcuni spazi al turismo internazionale già dal prossimo dicembre. Si tratta del Koryo Tours e del KTG Tours, entrambi basati in Cina. Secondo questi sarà possibile raggiungere la città di Smjiyon, nel nord del Paese, in montagna, dove sono stati costruiti appartamenti, hotel e una stazione sciistica.
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La regione, quella del monte Paektu, è anche nota per aver dato i natali al defunto leader Kim Jong Il, leader del Paese dal 1994 al 2011, secondo i resoconti ufficiali. Sul sito di Koryo Tours si legge che la località “è stata recentemente riqualificata come destinazione turistica” e viene descritta come “la regione più famosa della Corea del Nord per il turismo invernale”. KTG Tours ha confermato che dal prossimo inverno sarà possibile raggiungere Samjiyon, anche se “le date esatte devono ancora essere confermate”, e che anche Pyongyang e altre località saranno aperte al turismo internazionale.
L’apertura arriverebbe dopo quasi cinque anni di chiusura delle frontiere per via della pandemia da covid-19. La Corea del Nord si è blindata dall’inizio del 2020 e ha cominciato ad allentare le restrizioni soltanto a metà dell’anno scorso. La chiusura delle frontiere ha anche bloccato le importazioni di beni essenziali, causando una carenza di cibo aggravata dalle sanzioni internazionali in vigore per il programma nucleare di Pyongyang.