Il caso dell'ex procuratore

Pignatone indagato per favoreggiamento della mafia: ma Fatto, Corriere e Repubblica diventano garantisti…

Presunto reato, presunta mafia, presunto favoreggiamento, presunta Procura, forse persino presunto Pignatone. Niente titoli sparati in prima pagina, che è un modo orrendo per fare giornalismo giudiziario.

Editoriali - di Piero Sansonetti

2 Agosto 2024 alle 14:30

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Pignatone indagato per favoreggiamento della mafia: ma Fatto, Corriere e Repubblica diventano garantisti…

La notizia dell’avviso di garanzia per favoreggiamento della mafia recapitato al Presidente del Tribunale del Vaticano Giuseppe Pignatone – ex procuratore di Roma e di Reggio, ex aggiunto a Palermo – ha finalmente suscitato in gran parte della stampa italiana, specialmente quella più giustizialista, una forte ventata di garantismo. Quasi tutti i giornali noti per il loro particolare rigore contro gli imputati ( lo stesso “Corriere della Sera”, “Il Fatto”, e in modo specialissimo il “Domani”) hanno preso atto che un’idea liberale deve anche essere garantista. E che non si può enfatizzare la notizia di un’indagine su Giuseppe Pignatone, il quale, essendo un ex Procuratore di altissimo prestigio, è quasi sicuramente innocente, anche perché in Italia esiste la presunzione di innocenza.

E se questa idea di presunzione di innocenza non è mai stata utilizzata finora dai giornalisti – ad esempio nel recente caso Toti – la cosa dipende solo da momenti di distrazione dei giornalisti.
Ma ora l’aria è cambiata. Presunto reato, presunta mafia, presunto favoreggiamento, presunta Procura, forse persino presunto Pignatone. Niente titoli sparati in prima pagina, che è un modo orrendo per fare giornalismo giudiziario. Su questo “Il Fatto” , Il “Corriere” e Il “Domani” sono assolutamente d’accordo (e “Repubblica” si associa…). Niente credito ai pubblici ministeri che indagano sul perché un pezzo di magistratura insabbiò il dossier mafia-appalti. Niente indiscrezioni. Nessuno scandalo per il fatto che l’ex Procuratore Pignatone (come già ha fatto l’ex Pm Gioacchino Natoli, coinvolto nella stessa indagine) ha deciso di non rispondere alla Procura della Repubblica di Caltanissetta e si è avvalso della facoltà di non rispondere. È un suo diritto.

Il “Domani” in realtà parla poco di questa indagine ma si concentra sulla necessità di stroncare l’“ossessione” del generale Mori, il quale è il vero colpevole di questo putiferio che rischia di gettare fango sul vecchio gruppo dei magistrati antimafia di Palermo. Perché è colpevole? Ma perché continua a pensare che Borsellino – che aveva chiesto più volte di poter avere il dossier mafia appalti – fu ucciso per allontanarlo da quel dossier che, dopo la sua morte, fu archiviato ma solo dopo diversi giorni! È chiaro che è così! Il colpevole è Mori. E poi – accenna sempre il “Domani” – chissà che ora questi Pm di Caltanissetta non intendano tirar fuori qualche altro nome. E infine, osservano i giornali: ma che la fanno a fare questa indagine che tanto c’è la prescrizione!

Nessuno si dà la briga di trascrivere un paio di frasi di Borsellino, pronunciate poche ore prima della morte. Quella in cui definì la Procura di Palermo un “nido di vipere”, e quella nella quale avvisò che ad ucciderlo “non sarebbe stata la mafia ma i suoi colleghi e altri”. Vabbé, dai: frasi buttate lì. Mica possiamo dare troppo credito a Borsellino… Ho provato a immaginare cosa sarebbe successo un paio d’anni fa se un Procuratore avesse ipotizzato che un uomo politico di primo piano – magari Berlusconi…- avesse favorito la mafia e provocato l’insabbiamento di un dossier. Ho provato. Non ci sono riuscito. Provateci voi….

2 Agosto 2024

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