A Teheran
Ucciso Ismail Haniyeh, il capo politico di Hamas eliminato da Israele in un attacco mirato in Iran
L'operazione in una residenza per veterani di guerra. Il capo era in Iran per la cerimonia di insediamento del presidente Pezeshkian. Hamas: "Atto codardo, non rimarrà senza risposta"
Esteri - di Redazione Web
Ucciso il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, colpito a Teheran in un attacco aereo delle forze armate israeliane. La notizia è stata confermata da Hamas, che ha puntato il dito contro Israele. Ha definito l’attacco “sionista” e Haniyeh “un martire”. Immediate le reazioni all’operazione: toni allarmistici, che mettono in guardia dall’escalation nella guerra, da parte del Qatar, di Hezbollah, della Turchia, della Russia, della Cina e ovviamente di Hamas. L’operazione è un durissimo colpo per Hamas, un’umiliazione per l’Iran, un punto oltre il quale è imprevedibile tutto quello che potrà succedere nel conflitto in Medio Oriente.
Haniyeh aveva 62 anni, viveva fuori dalla Striscia di Gaza dal 2017, principalmente in Qatar. Si trovava in Iran per la cerimonia di insediamento del presidente Massoud Pezeshkian, eletto alle elezioni di inizio luglio. Le sue ultime immagini risalgono proprio alla cerimonia, lo si vedeva abbracciare Pezeshkian e incontrare la guida spirituale iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei. Haniyeh è stato eliminato in una residenza per veterani di guerra. Era considerato un leader più moderato e pragmatico rispetto a quelli dell’ala militare di Hamas. Lo scorso aprile tre dei suoi 13 figli erano stati uccisi in un attacco israeliano. “Gli interessi del popolo palestinese hanno la precedenza su tutto”, aveva risposto quando gli era stato chiesto se quell’operazione avrebbe compromesso i negoziati per raggiungere una tregua.
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Al momento Israele non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sull’operazione. “Non ci sono cambiamenti nella politica di difesa interna”, ha dichiarato il portavoce dell’esercito israeliano, Daniel Hagari. “L’assassinio del nostro leader, Ismail Haniyeh, è un atto codardo e non rimarrà senza risposta”, si legge in un comunicato dell’ufficio politico di Hamas, Musa Abu Marzuk. Il gruppo palestinese ha parlato anche dei costi della causa palestinese. “Siamo pronti a questi costi: il martirio per il bene della Palestina, per il bene di Dio Onnipotente e per il bene della dignità di questa nazione”. I funerali si terranno domani a Teheran.
Chi era Ismail Haniyeh
Haniyeh aveva 62 anni, era capo politico di Hamas dal 2017. Era nato in un campo profughi a Gaza, i genitori erano fuggiti dalla città di Asqalan dopo la creazione dello Stato di Israele nel 1948. Aveva studiato nelle scuole gestite dall’UNWRA, l’organizzazione delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi. Si era laureato in lingua e letteratura araba presso l’Università islamica di Gaza. Aveva aderito nel 1983 al blocco studentesco islamico – gruppo considerato precursore di Hamas – ed era diventato giovanissimo il braccio destro di Ahmed Yassin, fondatore di Hamas. In carcere in Israele nel 1987 e nel 1988, arrestato e deportato nel sud del Libano, nel 1993 era diventato preside dell’università islamica e dal 2006 al 2007 era diventato primo ministro dell’autorità nazionale palestinese. Il suo governo ebbe vita breve. Era sposato e aveva avuto 13 figli, dal 2019 viveva in esilio a Doha, in Qatar.
Che cosa vuol dire la morte di Haniyeh
La leadership di Gaza negli ultimi mesi si era sempre più sbilanciata sui leader nella Striscia di Gaza, più che su quelli in esilio. Il capo militare di Hamas, Yahya Sinwar, non è stato eliminato da Israele. L’uccisione di Haniyeh potrebbe precludere le trattative in corso per una tregua nella Striscia: in questi mesi era stato il negoziatore palestinese più importante nelle negoziazioni con Egitto e Qatar. Aveva partecipato ai negoziati anche di persona. L’operazione in Iran è anche questa pregna di significati: Israele ha colpito nel Paese più avverso in un momento di cambiamento, di transizione al potere.