Confermato l'ergastolo
Strage di Erba, per Olindo Romano e Rosa Bazzi nessuna revisione del processo: inammissibili le presunte “nuove prove”
Cronaca - di Redazione
Olindo Romano e Rosa Bazzi restano in carcere all’ergastolo. La Corte di Appello di Brescia, presidente Antonio Minervini, non ha accolto infatti la richiesta di revisione del processo nei confronti dei coniugi condannati in via definitiva per la strage di Erba, quando la sera dell’11 dicembre 2006 uccisero loro vicina di casa, Raffaella Castagna, il figlio di due anni, Youssef, la madre di lei, Paola Galli e una vicina di casa, Valeria Cherubini.
Olindo e Rosa, no alla revisione del processo
La Corte ha deciso di respingere le tre istanze di revisione del processo, riunite in un’unica richiesta, che nelle intenzioni del team difensivo dei coniugi Olindo e Rosa avrebbe potuto portare ad un ribaltamento delle sentenze di primo, secondo e terzo grado di giudizio, che in tutte le occasioni avevano sancito la loro colpevolezza. I giudici della Corte d’appello di Brescia, dopo cinque ore di camera di consiglio, hanno deciso sulla base dell’articolo 634 del codice di procedura penale, la “declaratoria d’inammissibilità”, mentre le motivazioni saranno note tra 90 giorni.
Si chiude dunque il capitolo di una storia infinita, o quasi: Olindo Romano e Rosa Bazzi avevano infatti ottenuto una notevole grancassa mediatica, anche televisiva, che puntava alla revisione del processo in presenza di presunte “nuove prove” che avrebbero ribaltato l’esito dei processi.
Il primo a puntare sull’innocenza della coppia era stato il procuratore generale della repubblica di Milano, Cuno Tarfusser, che aveva presentato la prima istanza di revisione; quindi era stato il turno degli avvocati di Olindo e Rosa.
La strage di Erba
Anche per la Corte di Appello di Brescia sono però loro due i responsabili della strage di Erba. Unico superstite fu il marito di Valeria Cherubini, uccisa mentre stava rientrando con il cane proprio nel momento in cui Olindo e Rosa uscivano dall’appartamento di Raffaella Castagna dopo i primi tre omicidi: Mario Frigerio (nel frattempo deceduto) fu infatti accoltellato alla gola da Olindo Romano ma non morì per via di una malformazione alla carotide, diventando il “grande accusatore” della coppia.
Le reazioni
Immediate le reazioni delle parti. L’avvocato Fabio Schembri, legale di Olindo Romano e Rosa Bazzi, ha annunciato che presenterà ricorso in Cassazione. Secondo l’avvocato inoltre la sentenza della Corte d’Appello di Brescia presenta un “vizio di legittimità perché non sono state assunte le prove”.
Deluso anche Azouz Marzouk, padre e marito di due delle quattro vittime della strage di Erba, che da tempo si sta spendendo in favore dei coniugi perché convinto della loro innocenza. “Sono deluso, io resto convinto che non siano stati loro. Finché non verranno riaperte davvero le indagini resto della mia idea”, ha detto ai cronisti dopo la sentenza.
Di segno opposto le parole di Domenico Chiaro, avvocato generale dello Stato: “Si era diffusa la vulgata secondo cui tutte le sentenze si basavano solo su tre indizi, invece fin dall’inizio vi era una piattaforma indiziaria che conduceva a Olindo Romano e Rosa Bazzi“. Una pista che “inevitabilmente portava a loro due” e “non era possibile alcuna pista della criminalità organizzata“, le dichiarazioni di Chiaro dopo la decisione della Corte di Appello.