L'udienza dell'1 marzo

Strage di Erba, Olindo Romano “contentissimo” della revisione del processo: “Non vedo l’ora”

L’uomo condannato all’ergastolo con la moglie Rosa Bazzi in attesa dell’udienza fissata al primo marzo 2024. Detenuti nel carcere di Opera a Milano

Cronaca - di Redazione Web - 10 Gennaio 2024

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Strage di Erba, Olindo Romano “contentissimo” della revisione del processo: “Non vedo l’ora”

Olindo Romano ha incontrato oggi uno dei suoi avvocati nel carcere di Opera a Milano, dov’è recluso per la condanna in via definitiva all’ergastolo con la moglie Rosa Bazzi per la strage di Erba. “Sono contentissimo”, le sue parole riportate da AdnKronos. La Corte d’Appello di Brescia ieri ha fissato al primo marzo l’udienza per discutere le due richieste di revisione del processo per i fatti del dicembre 2006, quando vennero assassinate quattro persone.

L’avvocato e tutore Diego Soddu si è detto ottimista all’agenzia rispetto all’udienza in cui presenzieranno sia Olindo Romano che Rosa Bazzi. “Ora vogliamo l’assoluzione, non ci fermiamo, andiamo dritti verso l’obbiettivo”. Grande soddisfazione anche da parte di Cuno Tarfusser, sostituto procuratore generale della Corte di Appello di Milano. “Io non dico che devono essere assolti – ha dichiarato al programma “Cinque Minuti” di Bruno Vespa – Ho fatto la richiesta di revisione affinché si rifaccia il processo, perché ritengo che le prove che all’epoca hanno in qualche modo portato alla loro condanna all’ergastolo siano prove che non giustificano la loro dichiarazione di colpevolezza”.

Le istanze di revisione sono state presentate dalla difesa della coppia – Fabio Schembri, Nico D’Ascola e Luisa Bordeaux – e dal sostituto procuratore generale di Milano Tarfusser. Quattro gli elementi che hanno ispirato le istanze: la testimonianza di Mario Frigerio, unico sopravvissuto nella strage, che ha accusato Romano ma che secondo la difesa potrebbe aver generato un “falso ricordo”; la confessione ritrattata da Romano e Bazzi; le tracce di sangue di Valeria Cherubini nell’automobile di Olindo. La difesa sostiene da tempo la pista della ritorsione nell’ambito dello spaccio di stupefacenti nei confronti di Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e padre del bambino ucciso nella strage.

Il pm Massimo Astori in primo grado parlò di “sovrabbondanza di prove” a carico degli imputati, la condanna all’ergastolo fu confermata anche negli altri due gradi di giudizio. Frigerio fornì in aula un racconto giudicato lucidissimo e non cadde mai in contraddizione, anche le prime confessioni di Romano e Bazzi contenevano molti elementi che combaciavano con il risultato delle autopsie.

10 Gennaio 2024

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