Hajj
Alla Mecca è strage di pellegrini: oltre mille morti per il caldo, temperature anche oltre i 50 gradi in Arabia Saudita
Le autorità hanno istituito una sala operativa. Tante vittime dall’Egitto. Le ricerche in corso
Esteri - di Redazione Web
Sarebbero oltre mille le persone morte in Arabia Saudita a causa del caldo, la maggior parte delle morti avvenute nel contesto del pellegrinaggio dei fedeli musulmani verso la Mecca, città Santa dell’Islam. L’ondata di calore che ha investito il Paese ha portato le temperature a picchi superiori ai 50 gradi. Quest’anno erano attese oltre due milioni di persone in visita a La Mecca, secondo i funzionari sauditi sono arrivate oltre 1,83 milioni di persone.
I rituali sono partiti il 14 giugno e sono finiti il 19 giugno. L’Hajj è uno dei cinque pilastri dell’Islam, i fedeli musulmani devono compiere il viaggio almeno una volta nella vita salvo impedimenti fisici ed economici. Semanticamente, la radice della parola significa “dirigersi verso”, rappresenta un momento di purificazione per i fedeli che nel corso del viaggio chiedono perdono per i loro peccati tramite preghiere e riti. Durante il pellegrinaggio i fedeli non possono fidanzarsi, non possono tagliarsi le unghie né radersi, non possono usare profumi né olii profumati, non possono uccidere o cacciare, non possono litigare o lottare, le donne non possono coprirsi il volto, gli uomini non possono indossare abiti con cuciture.
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Le altre stragi al pellegrinaggio alla Mecca
Altre volte il pellegrinaggio si era trasformato in una strage. In passato però per la ressa, la calca che si crea nell’ambito delle celebrazioni. Sempre molto affascinanti le immagini dei fedeli che girano intorno alla Kaba, il cubo che si trova nel cortile della Grande Moschea della Mecca che nel suo lato orientale custodisce la pietra portata sulla Terra dall’Arcangelo Gabriele. Nel 2015 nella calca morirono tantissime persone, secondo le autorità saudite 769, per altri media indipendenti come l’agenzia di stampa Associated Press le vittime furono più di duemila.
Le vittime al pellegrinaggio dell’Hajj
Il dato delle oltre mille morti è stato diffuso da Afp. La maggior parte dei decessi si è verificata nei pressi dei muri dove si consuma il rito della lapidazione del Diavolo. Delle vittime oltre 600 persone sarebbero arrivate dall’Egitto. La Missione egiziana del turismo dell’Hajj ha fatto sapere per il bilancio ufficiale delle vittime occorrerà attendere giorni. Alcuni dispersi sono stati localizzati, si trovano anche negli ospedali. Gli egiziani registrati al pellegrinaggio erano 56mila, come sempre ne saranno arrivati molti di più senza censimento. La ministra egiziana dell’Immigrazione, Soha Gendi, ha diffuso in serata una dichiarazione confermando che il ministero “sta lavorando 24 ore su 24”, nonostante le ferie concesse agli impiegati pubblici durante i giorni dell’Hajj, il pellegrinaggio, e dell’Eid al-Adha, la Festa del Sacrificio per recuperare informazioni sugli egiziani a La Mecca.
Al Daily Mail un imam britannico ha parlato di scene “strazianti” e dell’impossibilità di camminare per le strade della città saudita. Le autorità hanno istituito una sala operativa, in coordinamento con il Ministero degli Esteri, il consolato egiziano a Gedda e le autorità saudite. Le ricerche proseguono negli ospedali. Al lavoro anche per restituire le salme ai Paesi di origine, anche se i seppellimenti potrebbero avvenire proprio in Arabia Saudita.