Il movimento

Chi sono i Fratelli Musulmani, l’organizzazione politico islamica nata in Egitto e diffusa in tutto il mondo

La nascita nel 1928, fondata da Hasan Al Banna. La clandestinità e le persecuzioni fino all'elezione di Morsi, deposto dal golpe del generale al Sisi. Il movimento radicale musulmano

Esteri - di Redazione Web

18 Ottobre 2023 alle 12:53

Condividi l'articolo

Chi sono i Fratelli Musulmani, l’organizzazione politico islamica nata in Egitto e diffusa in tutto il mondo

Karim Benzema ha legami con i Fratelli Musulmani. Lo ha dichiarato in diretta televisiva, a CNews, il ministro degli Interni Francese Gérald Darmanin. Un’accusa pesante per il calciatore di origini algerine ex Real Madrid e Pallone d’Oro, da questa estate in forza all’Al Ittihad in Arabia Saudita nei giorni del conflitto esploso in Medio Oriente e dei nuovi attentati jihadisti in Europa. Benzema è stato accostato alla principale organizzazione islamico religiosa, appartenente al ramo sunnita, per anni costretta a vivere in stato di clandestinità, che ha fatto proseliti in tutto il mondo arabo e in Europa, che per anni ha contrastato Israele e finanziato le attività di Hamas ed Hezbollah. È considerato comunque un partito radicale quando non un movimento terrorista, anche se alcuni suoi membri hanno espresso negli anni posizioni più moderate.

I Fratelli Musulmani sono stati fondati nel 1928 a Ismaliya, nei pressi del Canale di Suez, da Hasan al Banna in Egitto. L’obiettivo era quello di mettere al centro della vita sociale e politica l’Islam, di combattere l’occidentalizzazione dei costumi e di modernizzare il Paese. L’Egitto in quel periodo era una monarchia semicoloniale sotto la protezione britannica. L’organizzazione si strutturò nella società, a partire dalle classi sociali più popolari e meno abbienti, grazie alla diffusione di centri di islamizzazione, sul modello dello scoutismo, che offrivano assistenza economica ed educativa.

Il movimento divenne in poco tempo molto popolare, contribuendo alla crescita di sentimenti nazionalisti. Al Banna però venne assassinato da agenti monarchici nel 1949. Il generale Jamal Abd el-Nasser, salito al potere con un colpo di Stato nel 1952, dapprima intrattenne un atteggiamento dialogante e tollerante con l’organizzazione, poi, dopo aver accusato gli stessi Fratelli di un fallito attentato ai suoi danni, lanciò una vera e propria campagna di repressione con arresti, torture e condanne a morte. I membri apicali del movimento lasciarono l’Egitto per altri paesi arabi. Siria, Giordania e Arabia Saudita soprattutto.

Quella rete di una decina di migliaia di sostenitori si allargò a tutto il mondo arabo e musulmano, fino a Malesia e Algeria. Una rete finanziaria oltre che politico-religiosa, attiva anche in Europa dalla fine degli anni Settanta. Il genero di al Banna, Said Ramadan, fondò diversi centri islamici in Europa. Le porte del Parlamento per i Fratelli musulmani si riaprirono con la presidenza di Hosni Mubarak anche se soltanto come affiliati ad altri partiti. A Lugano, nel 2001, nell’ambito di indagini scattate dopo gli attentati dell’11 settembre negli Stati Uniti, nelle perquisizioni delle abitazioni di alcuni dirigenti della banca islamica di al Taqwa, è stato ritrovato il documento ribattezzato “La strategia finanziaria dei Fratelli Musulmani” che descriveva la rete di finanziamenti dell’organizzazione. Il giornalista Sylvan Besson scrisse a proposito il libro La conquista dell’Occidente.

Con lo scoppio delle Primavere Arabe e le dimissioni dopo trent’anni al potere di Mubarak, il braccio politico dei Fratelli, il partito Libertà e Giustizia, ottenne 235 seggi in Parlamento su 498. Il candidato Mohamed Morsi nel 2012 divenne il primo presidente egiziano democraticamente eletto, salvo poi essere sollevato dopo un anno da un colpo di Stato. Durante il suo anno di governo aveva intrattenuto relazioni distensive sia con gli Stati Uniti che con Israele, d’altra parte era stato accusato di aver provato a esautorare il potere giudiziario a suo favore. Gli oppositori temevano una deriva autoritaria improntata alla Sharia, la legge islamica. Quando migliaia di persone scesero in piazza a protestare, i militari si schierarono dalla parte dei manifestanti.

Il generale Abdel Fattah al Sisi, nominato ministro della Difesa nel governo Morsi, divenne Presidente e mise fuorilegge, come “organizzazione terroristica”, il movimento dei Fratelli Musulmani. A luglio del 2014 è stato condannato a morte il leader Mohammad Badie e altri 182 militanti. Badie sosteneva la Jihad come obbligo personale di ogni musulmano. “Sono un membro della Fratellanza musulmana, non un terrorista”, l’editoriale che nel 2017 era apparso sul New York Times a firma Gehad El Haddad, considerato il volto moderato del movimento ma comunque incarcerato in Egitto. Il movimento è stato definito terrorista anche da Emirati Arabi, Bahrein, Russia e Arabia Saudita. Molti dei membri dei Fratelli Musulmani sono incarcerati e condannati in Egitto. Lo stesso Morsi è stato detenuto fino alla sua morte nel 2019. Il presidente eletto ha rappresentato l’apice della traiettoria dell’organizzazione. I principali sponsor della Fratellanza oggi sono considerati il Qatar e AKP, il Partito della Giustizia e dello sviluppo, del Presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan.

18 Ottobre 2023

Condividi l'articolo