Le manifestazioni
Pride, in piazza contro le destre (che provocano) e per i diritti ma è polemica per l’esclusione degli israeliani
Iniziative in tutta Italia, in strada anche le opposizioni. Ma è bufera per le discriminazioni subite dagli ebrei: in molti hanno sventolato le bandiere palestinesi dopo l'esclusione di quelle dello Stato Ebraico. L'associazione David Keshet: "Non ci saremo, non ci sentiamo tutelati". Eppure, in Israele le minoranze religiose sono tutelate: esiste un solo paese arabo, Cisgiordania e Gaza comprese, nel quale ciò avviene? Intanto, collettivi di destra hanno 'disturbato' i manifestanti
Politica - di Redazione Web
“Considero inaccettabile che una comunità discriminata come quella Lgbtq possa prendere di mira una minoranza al suo interno come quella ebraica, soprattutto al Pride, perché il Pride è proprio la celebrazione dell’inclusione, dell’uguaglianza. È una manifestazione pensata e attuata per essere contro qualsiasi forma di odio. Le minoranze che chiedono tutela per sé stesse a maggior ragione non devono attaccare altre minoranze. Trovo che sia veramente una follia e per questo annuncio che se l’associazione ‘David Keshet’ non sfilerà al Pride non lo farò neanche io. Se invece decideranno di partecipare io sarò accanto a loro. Perché se il Pride non è sicuro per qualcuno, non è più sicuro per nessuno – dice il senatore di Italia Viva Ivan Scalfarotto in un’intervista a Linkiesta.it. – Finché questi ragazzi non si sentiranno sicuri di sfilare, il problema resterà. Non basta la mia dichiarazione di solidarietà: è bene che ce ne siano delle altre. Però chi organizza il Pride, le associazioni e tutta la comunità Lgbt devono prendere una posizione netta e mandare via chiunque volesse far sentire questi ragazzi poco sicuri, aggredirli o anche semplicemente attaccarli verbalmente durante la parata. Non sentirsi sicuri al PRIDE è inammissibile: gli organizzatori devono garantire loro che non accadrà nulla, mandando un messaggio chiaro a tutti coloro che parteciperanno“.
Ebrei e israeliani discriminati dal Pride
Così si è espressa l’Aduc in un comunicato stampa. In Italia sono partite le varie iniziative che, con lo slogan “Gay Pride”, portano in piazza tutte le persone che, contro ostacoli legislativi e culturali, si battono per affermare l’orgoglio di ogni individuo ad essere se stesso, nello specifico a partire dalla propria sessualità, quel che abitualmente si manifesta con la sigla LGBTQIA*+. Come altre manifestazioni già annunciate, per quella Toscana che si terrà a Lucca il prossimo 7 Settembre, nella piattaforma di convocazione della stessa, tra altro si legge: “Il Toscana Pride rigetta l’odio religioso e prende posizione contro il massacro genocida che si sta compiendo a Gaza, a sostegno del popolo palestinese, per l’autodeterminazione dei popoli e per il cessate il fuoco immediato”. Manca qualcosa. Mancano le persone violentate, stuprate e uccise a partire dallo scorso 7 ottobre nei territori israeliani da parte di palestinesi di Hamas e non solo. E manca, a sostegno del popolo palestinese, la condanna del governo della Striscia di Gaza, governo di Hamas che massacra civilmente, legalmente e fisicamente coloro che non seguono i dettami della loro religione, soprattutto quelli che non sono sessualmente conformi alla coppia Uomo/Donna, dove quest’ultima è anche sottomessa alla volontà e violenza dell’Uomo.
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Si manifesta per i diritti e contro le destre praticando l’antisemitismo in favore di chi condanna a morte gli omosessuali (Hamas)?
Non solo, ma pur se comprendiamo che quel che accade nella Striscia di Gaza è di attualità per chi sembra avere scarsa disponibilità ad osservare il mondo, nel resto del mondo, al pari delle violenze del governo di Hamas verso i propri sudditi, c’è anche di peggio: i partigiani di Allah in Yemen (noti anche come Houti), il governo del Bangladesh, l’Uganda – e non solo – nel continente Africano, etc. Da qui al 7 Settembre, per la Toscana, c’è ancora tempo, per dare un segnale e invitare alla mobilitazione contro tutte le discriminazioni e violenze di genere. Crediamo sarebbe opportuno rimetter mano alla piattaforma di convocazione del “Gay Pride”, sì che non sia una sorta di “Hamas Pride”.
È iniziato il Gay Pride
“La marea umana che riempie oggi le piazze di Roma è un vento di protesta e indignazione per l’accanimento della politica italiana contro i diritti” Così Rosario Coco, Presidente Gaynet in un comunicato. “Le giovani generazioni sono in piazza per chiedere alle istituzioni di liberare la politica dalla gabbia dell’ ipocrisia, e dalle fake news della propaganda anti-gender. Siamo tra gli ultimi due Paesi in Europa in cui non si parla di educazione sessuale nelle scuole“, rileva Coco. “Il nostro Paese è in mano a una destra anomala e sovversiva sul piano dei diritti, che nella giornata di ieri è riuscita a togliere le diciture, oltre all’aborto, di orientamento sessuale e identità di genere, dal documento finale del G7, nonostante siano presenti in tutte le linee guida per il diritto d’asilo. Noi oggi saremo in Piazza a sostegno della campagna Meglio a Colori, invitando tutte le persone a firmare la petizione su meglioacolori.it, per affermare in modo definitivo che l’arcobaleno non si cura e che l’unica cosa da aggiustare non siamo noi ma le leggi di questo Paese, ormai ultimo in Europa per la tutela dei diritti civili“, conclude Coco.
Bandiere palestinesi a Roma (vietate quelle israeliane)
Tra le bandiere rainbow anche quelle della Palestina sventolano al Pride di Roma che già riempie piazza della Repubblica da dove partirà la parata dell’orgoglio arrivata alla sua trentesima edizione. Al Pride non parteciperà la comunità queer ebraica dopo che l’associazione Keshet Italia ha lanciato l’allarme di un clima di odio antisemita. Brani di Elodie, Loredana Bertè, Loretta Goggi, canzoni dei cartoni animati risuonano dai carri in sosta che sfileranno lungo il corteo in direzione viale delle Terme di Caracalla. “Continua a difendere le tue idee come Serena anche se Giorgia ci rimane male“, “Leggi i monologhi di Antonio anche se Giorgia ci rimane male“, sono alcune delle frasi che si leggono sul carro del circolo Mario Mieli accanto alle sagome dei conduttori tv e giornalisti, otto in tutto, “che si sono schierati con la comunità Lgbtqia+“.