Il dramma a Napoli
Guido Furgiuele, l’avvocato indagato per la morte di Cristina Frazzica: “Non ci siamo resi conto dell’impatto, sono sconvolto. Mi assumerò le mie responsabilità”
Il professionista ha rilasciato alcune dichiarazioni all'Ansa e al Corriere della Sera, nelle quali ha spiegato la sua versione dei fatti. Il tragico incidente è avvenuto domenica scorsa tra le acque di Posillipo
Cronaca - di Andrea Aversa
Una svolta forse impensabile, per il tragico caso che ha riguardato la morte di Cristina Frazzica, la 31enne che ha perso la vita in mare a Napoli mentre era a bordo di un kayak. I fatti sono accaduti la scorsa domenica pomeriggio, nello specchio d’acqua antistante la residenza del Presidente della Repubblica a Posillipo, Villa Rosebery. Gli inquirenti hanno iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio colposo, l’avvocato napoletano Giuido Furgiuele. Quest’ultimo è la stessa persona che ha tratto in salvo il legale 33enne che era in compagnia della vittima, Vincenzo Carmine Leone. Dunque, dopo due giorni ininterrotti di indagini e accertamenti, gli investigatori hanno individuato e sottoposto a sequestro la barca che avrebbe travolto la canoa (in totale sono stati tre gli scafi controllati dall’autorità), un cabinato da 18 metri di proprietà del professionista.
Guido Furgiuele: le parole dell’avvocato indagato per la morte di Cristina Frazzica
Ora la Procura di Napoli sta verificando la versione di Furgiuele anche per comprendere se ci sia stata o meno l’omissione di soccorso. Infatti, secondo l’indagato, “io e i miei sei ospiti – ha dichiarato Furgiuele all’Ansa – non abbiamo avvertito alcun impatto. Uno dei miei ospiti ha visto a poppa un ragazzo sbracciarsi e siamo tornati indietro per soccorrerlo. Lui ha detto che la ragazza era stata investita da una barca velocissima ed eravamo convinti che non fosse la mia. Più di soccorrerlo e dare l’allarme non potevamo fare“. L’avvocato si è detto sconvolto ed avrebbe già dimostrato estrema collaborazione con i magistrati. Il professionista ha anche rilasciato un’intervista a Il Corriere della Sera, dove ha affermato che è pronto ad assumersi ogni responsabilità.
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Cristina Frazzica travolta e uccisa in mare a Posillipo mentre era a bordo di un kayak
Dunque, la versione di Furgiuele è la seguente: se c’è stato un impatto tra la sua barca e il kayak con a bordo i due ragazzi, l’avvocato e le persone presenti sul suo scafo, non l’hanno avvertito. Per loro la canoa si trovava a circa 500 metri dalla costa. Non appena uno dei suoi ospiti ha notato il giovane in mare, il legale ha fatto dietrofront per andare a soccorrerlo. Al momento, a disposizione degli inquirenti, ci sarebbero questi elementi chiave: le testimonianze delle persone coinvolte nel drammatico incidente e le immagini registrate dalle videocamere di sorveglianza di Villa Rosebery. Sono attesi gli esiti delle perizie sul cabinato e sul kayak e soprattutto il referto dell’autopsia eseguita sul cadavere della vittima. Il responso accerterà le cause del decesso.