La guerra in Ucraina
La minaccia nucleare di Putin: “Guai se la Nato interviene”
Il presidente russo avverte la Nato che le conseguenze di uno spiegamento di truppe alleate in Ucraina sarebbero «tragiche»
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Riveste i panni, a lui così piacenti, di Pietro il Grande e nel suo discorso alla nazione, lo “zar Vladimir” si attarda, da generale del Cremlino, nel magnificare la potenza militare della Federazione Russa. Sarmat, Poseidon, Kinzhal. E altri missili ancora. «Anche noi abbiamo armi capaci di raggiungere i vostri territori», scandisce Vladimir Putin rivolgendosi all’Occidente.
«Hanno tentato in passato di combattere la Russia, ma ora le conseguenze saranno pessime». ha aggiunto Putin, affermando che tuttavia è «una sciocchezza» dire che Mosca voglia attaccare l’Europa. «Tutto quello che l’Occidente sta escogitando porta veramente alla minaccia di un conflitto con armi nucleari e quindi all’annientamento della civiltà», proclama Putin nel suo discorso alla nazione.
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Il presidente russo avverte la Nato che le conseguenze di uno spiegamento di truppe alleate in Ucraina sarebbero «tragiche». «Hanno cominciato a parlare della possibilità di inviare contingenti militari della Nato in Ucraina, ma ricordiamo il destino di coloro che una volta inviavano truppe nel territorio del nostro Paese. Ma ora le conseguenze per i potenziali interventisti saranno molto più tragiche», sentenzia Putin durante il discorso sullo stato della nazione rivolto ai due rami del parlamento russo.
Tutto il discorso è una esaltazione della “russità”. Della sua coesione, degli ideali che la sorreggono, della sua potenza di fuoco. Il messaggio è chiaro. E inquietante. “Abbiamo armi in grado di colpire, la Russia può tutto”.
La coesione del popolo russo «svolge un ruolo decisivo nella lotta per la giustizia», insiste Putin, il ruolo chiave «nella giusta lotta alla difesa della sovranità e della sicurezza della nostra Patria, proteggendo i nostri compatrioti nel Donbass e in Novorossia, è svolto dai nostri cittadini, dalla loro coesione, dalla devozione al Paese d’origine e dalla responsabilità per il suo destino».
Altro che ritiro. Putin assicura che le truppe russe in Ucraina otterranno la vittoria e non si ritireranno mai. «I membri delle forze armate non si ritireranno, non falliranno, non tradiranno», conclude lo “zar”.
Mentre Putin proclamava la invincibile potenza russa, la portavoce di Alexei Navalny, Kira Yarmysh, lanciava un appello ai russi perché partecipino oggi ai funerali dell’oppositore, affermando che «grazie a lui in molti hanno cominciato a credere che un cambiamento è possibile».
«Anche se non avete mai incontrato Alexei — afferma Yarmysh in un video postato sul suo account X — lo conoscete lo stesso molto bene. Voi avete fatto diffondere le sue inchieste, siete usciti con lui in piazza, eravate in sua compagnia il giovedì sera quando appariva sul suo canale televisivo. Avete letto i suoi post dalla prigione dalla quale lui sosteneva noi, rimasti liberi. Grazie a lui -avete cominciato a interessarvi alla politica».
«Prima non ci è stato permesso di affittare una sala funebre per salutare Alexey», ora ci dicono che nessun carro funebre accetta di portare il corpo in chiesa dall’obitorio, riferisce il team Navalny, citato da Meduza. Tutti i conducenti di carri funebri, ha detto uno dei collaboratori di Navalny, Leonid Volkov, «ricevono telefonate anonime di minacce perché non prendano il corpo di Navalny». «È pura follia. Questo da solo basterebbe per far bruciare all’inferno Putin e i suoi scagnozzi».