Ad un anno dall'ecatombe

Naufragio di Cutro, gli oltre 100 morti furono responsabilità del governo Meloni

A Cutro si è svolto uno dei capitoli più neri della storia della Repubblica. Il governo si è limitato a varare un decreto nel quale si favorisce la possibilità di nuove stragi, non ha chiesto scusa, non ha risarcito le vittime. Ieri, nel giorno dell’anniversario, non si sono uditi discorsi di commemorazione e di riflessione di nessuna autorità.

Editoriali - di Piero Sansonetti - 27 Febbraio 2024

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Naufragio di Cutro, gli oltre 100 morti furono responsabilità del governo Meloni

Un anno fa a Cutro, sulle coste calabresi, è avvenuta una delle più spaventose tragedie del mare di questo secolo. Più di cento profughi, in gran parte afghani – che fuggivano dalle atrocità dei talebani – sono stati lasciati affogare, senza soccorsi, a poche decine di metri dalla spiaggia: 105 cadaveri ritrovati, tra cui 34 bambini. Almeno una decina di dispersi, tra loro altri bambini.

L’arrivo di una imbarcazione strapiena di migranti era stato segnalato alle autorità italiane da molte ore. Due motovedette della Finanza erano uscite per andare incontro al caicco in difficoltà, col mare in tempesta, ma poi erano rientrate perché le onde erano troppo forti.

La Guardia Costiera disponeva dei suoi mezzi “ogni tempo” in grado di intervenire in ogni condizione meteomarina ma non intervenne. Il caicco arrivò vicino a terra, l’urto col fondale spezzò la chiglia: fu un’ ecatombe. Intervennero alcuni pescatori, a mani nude. Poi alcuni carabinieri, arrivati lì in auto. Salvarono diverse persone ma non poterono certo evitare la tragedia.

La magistratura ha aperto un’inchiesta e ha accertato che il salvataggio era possibile ed è stato impedito da una catena di errori. Ora indaga per omissione di soccorso e disastro colposo. Bisognerà stabilire – se si potrà – di chi sono le responsabilità individuali. Sappiamo già quali sono le responsabilità collettive: Guardia di Finanza, Guardia Costiera, ministero dei Trasporti, ministero dell’Interno, ministero della Difesa.

A Cutro è morto un numero di persone superiore a quello delle più atroci stragi del terrorismo negli anni 70 e 80. A Cutro si è svolto uno dei capitoli più neri della storia della Repubblica. Il governo – dopo la strage – si è limitato a varare un decreto nel quale si favorisce la possibilità di nuove stragi, non ha chiesto scusa, non ha risarcito le vittime, non ha offerto le dimissioni di nessun ministro.

Ieri, nel giorno dell’anniversario, non si sono uditi discorsi di commemorazione e di riflessione di nessuna autorità. È spaventoso prendere atto di tanto cinismo. Nelle pagine di questo giornale pubblichiamo un dossier preparato dall’Arci che ricostruisce minuto per minuto quel che è successo in quel giorno e nei mesi successivi.

27 Febbraio 2024

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