L'inchiesta sul naufragio

Strage di Cutro, il perito della Procura accusa Frontex: “Ha fornito dati fuorvianti”

Cronaca - di Redazione

6 Settembre 2023 alle 14:35

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Strage di Cutro, il perito della Procura accusa Frontex: “Ha fornito dati fuorvianti”

È un durissimo atto di accusa nei confronti di Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, quello che si legge nel documento redatto dal perito della Procura di Crotone che indaga sugli eventuali ritardi verificatisi nei soccorsi al caicco naufragato a Steccato di Cutro il 26 febbraio scorso nel quale persero la vita 94 migranti oltre ad un numero ancora imprecisato di dispersi.

Secondo l’ammiraglio Salvatore Carannante, che ha firmato la consulenza tecnica chiesta dalla Procura, il fascicolo è in mano al sostituto procuratore Pasquale Festa, le indicazioni fornite da Frontex alle autorità italiane furono “poco attendibili e fuorvianti”.

La perizia ha evidenziato in particolare una serie di incongruenze nella segnalazione inoltrata da Frontex. A riferirne è l’agenzia Agi, che cita il documento: stando alla ricostruzione di Carannante, il velivolo Eagle 1 di Frontex individua alle 22:26 (ora italiana) un’imbarcazione sospetta, indicandola come “possible migrant vessel”, dandone comunicazione al Frontex Situation Center di Varsavia che a sua volta alle ore 23:02 del 25 febbraio 2023 informa le agenzie italiane: lnternational Coordination Centre Rome di Pratica di Mare, National Coordination Center presso il Viminale e ltalian Marittime Rescue Coordination Centre.

Nella segnalazione Frontex comunica a Roma che sul ponte del caicco, partito alcuni giorni prima dalla Turchia, era presente solo una persona ma altre erano probabilmente sotto il ponte, vista la significativa risposta termica dai boccaporti. L’imbarcazione secondo l’Agenzia europea aveva una buona galleggiabilità, era sprovvista di giubbotti di salvataggio visibili e navigava con mare a forza quattro.

Quello che non torna, secondo la perizia di Carannante, sono i dati i dati riferiti dal velivolo di Frontex che indicava oltre alla posizione dell’imbarcazione anche la rotta media seguita e la velocità di 6 nodi. Con queste indicazioni secondo l’ammiraglio la barca “con i possibili migranti sarebbe dovuta giungere nella zona della baia di Copanello, quindi ben più a sud ovest di Steccato di Cutro” e sarebbe arrivata sulla costa alle 7 del mattino.

Non solo. esaminando le informazioni sui vari fotogrammi all’infrarosso che ritraggono il caicco in navigazione, dai calcoli del perito emerge “che la rotta media seguita dall’imbarcazione in questo lasso di tempo era di 325 e non 296 come indicato nel rapporto di missione” di Frontex e “con tale rotta, l’imbarcazione con i possibili migranti a bordo sarebbe giunta a Capo Rizzuto, ovvero in una posizione di circa 8 miglia nautiche più ad est dal luogo dove sono stati poi trovati i rottami del relitto“. Con i calcoli del perito con questa rotta la distanza che l’imbarcazione avrebbe dovuto compiere per arrivare sulla costa “era di circa 38,5 miglia nautiche e non 53” e sarebbe giunta sotto costa alle ore 03:41. Orario che combacia con quello fornito dai pescatori che si trovavano sulla spiaggia e con le prime richieste di soccorso lanciate dai migranti.

Ciò dimostra – sostiene l’ammiraglio e consulente della Procura – che le informazioni fornite da Frontex in merito a rotta e velocità (296 e 6 nodi) erano molto approssimative se non fuorvianti“.

di: Redazione - 6 Settembre 2023

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