Il premier contro i diktat
Quale è il piano di Netanyahu: Gaza e Cisgiordania prendere tutto
Le pressioni dall’estero hanno costretto Netanyahu a inventarsi un documento per il dopoguerra, ma sembra più una “palla avvelenata” che ha lanciato nel campo degli avversari, interni ed esterni
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Alla fine le pressioni internazionali l’hanno costretto a inventarsi un “piano” per il dopoguerra. Un piano che appare come una “palla avvelenata” che il primo ministro israeliano ha lanciato nel campo dei suoi avversari, interni ed esterni.
“Bibi” l’ha presentato l’altro ieri sera per la prima volta formalmente al gabinetto di sicurezza, un documento di principi sulla gestione di Gaza dopo la guerra, con l’obiettivo di installare “funzionari locali” non legati al terrorismo per amministrare la Striscia al posto di Hamas.
Il documento è stato pubblicato nella tarda notte di giovedì, riportano i media israeliani. Il testo non nomina l’Autorità palestinese né esclude la sua partecipazione, ma dice che gli affari civili a Gaza saranno gestiti da “funzionari locali” con “esperienza amministrativa”, non legati a “Paesi o entità che sostengono il terrorismo”.
Il piano parla anche del progetto israeliano di creare una zona cuscinetto dal lato palestinese del confine della Striscia. Così, “lo spazio di sicurezza creato nella Striscia di Gaza nell’area al confine con Israele esisterà fin quando sarà necessario per la sicurezza”.
E riguardo il confine con l’Egitto afferma che Israele imporrà una “chiusura a sud” in funzione antiterrorismo. “La ‘barriera sud’ opererà, per quanto possibile, in cooperazione con l’Egitto e con l’assistenza degli Stati Uniti e sarà basata su misure per prevenire il contrabbando dall’Egitto” anche “dal valico di Rafah”.
Nella fase intermedia Israele vuole mantenere il controllo della sicurezza “sull’intera area a ovest del (fiume) Giordano” e promuovere un processo di “deradicalizzazione” a Gaza. Netanyahu vuole la fine delle attività dell’Unrwa e il documento afferma che Israele “lavorerà per porre fine alle attività dell’Unrwa nella Striscia di Gaza e per sostituirle con organizzazioni umanitarie internazionali responsabili”.
Netanyahu ribadisce quindi il ‘no’ a “diktat internazionali” e “Israele continuerà a opporsi al riconoscimento unilaterale di uno stato palestinese”. Su queste basi la reazione palestinese era scontata. L’Autorità nazionale palestinese (Anp) di Abu Mazen ha respinto il Piano -Netanyahu per il dopoguerra a Gaza.
Il portavoce del presidente Nabil Abu Rudeina – citato dalla Wafa – ha detto che “Gaza sarà solo parte dello stato palestinese indipendente con Gerusalemme come capitale, e qualsiasi piano diverso da quello è destinato al fallimento”.
“Israele – ha aggiunto – non riuscirà nei suoi tentativi di cambiare la realtà e i dati demografici di Gaza. Se il mondo vuole sicurezza e stabilità nella regione, deve porre fine all’occupazione e riconoscere lo Stato palestinese indipendente”.
“Una dichiarazione formale del ritorno dell’occupazione nella Striscia di Gaza e un tentativo di guadagnare più tempo per attuare il piano di espulsione” dei palestinesi residenti. E’ il commento del ministero degli Esteri di Ramallah, che lo ha definito “uno stratagemma per aggirare e sabotare gli sforzi degli Stati Uniti e della comunità internazionale per raggiungere un cessate il fuoco e il rilascio dei prigionieri in modo da garantire la continuità del governo di Netanyahu”.
Tanto etereo è il Piano per il dopoguerra, quanto concreto e provocatorio è quello partorito dal governo in cui, copyright di Haaretz, “i ministri fanno a gara a chi è più fascista”. Il premier Netanyahu, il ministro della difesa Yoav Gallant ed il ministro delle finanze Bezalel Smotrich hanno deciso di sottoporre alla “Commissione suprema per la progettazione’” piani di costruzione di oltre 3300 alloggi in Cisgiordania, dopo l’attentato dell’altro ieri a Maaleh Adumin in cui un israeliano è’ stato ucciso.
La radio dei coloni Canale 7 ha precisato che 2.350 alloggi sono destinati a Maaleh Adumim (presso Gerusalemme), 694 a Efrat e 300 a Keidar (Betlemme). “Sappia ogni terrorista che vuole uccidere israeliani – ha detto Smotrich – che replicheremo agli attacchi approfondendo il controllo su tutta la terra d’Israele”.
L’estrema destra messianica al potere in Israele vuole “l’Armageddon”. A dirlo è Ehud Olmert, ex premier israeliano conservatore, che in un editoriale su Haaretz attacca i leader di Sionismo Religioso e Otzma Yehudit, Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, il cui obiettivo finale “non è l’occupazione della Striscia di Gaza” ma “una guerra totale nella regione”.
“Una guerra del genere – ha denunciato Olmert – rafforzerà l’impressione che stiamo combattendo per le nostre vite, per la nostra stessa esistenza. In una guerra per la sopravvivenza è consentito fare cose intollerabili, e i giovani coloni dimostrano ogni giorno che tra di loro ce ne sono molti capaci proprio di questo”.
Secondo l’ex ministro delle Finanze sotto Ariel Sharon, “Gaza è solo il capitolo introduttivo”. “Lo scopo finale di questa banda è “epurare” la Cisgiordania dai suoi abitanti palestinesi, ripulire il Monte del Tempio dai suoi fedeli musulmani e annettere i Territori allo Stato di Israele”. “La strada per raggiungere questo obiettivo è intrisa di sangue” “israeliano”, “ebraico” e “palestinese”. Ed Ehud Olmert non è un estremista pacifista.