Rottura tra Usa e Israele
Netanyahu dichiara guerra a Biden: “No a uno Stato palestinese”
“Il riconoscimento sarebbe un regalo ai terroristi di Hamas”, strepita Netanyahu. Che tira dritto anche sulla volontà di annientare Rafah, nonostante l’altolà di Stati Uniti, Onu ed Ue
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Netanyahu, Israele rifiuta diktat su Stato palestinese
Dopo aver parlato con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione nel cuore della notte, insistendo sul fatto che Israele non subirà pressioni per accettare uno Stato palestinese. Lo riferiscono i media israeliani.
«Le mie posizioni possono essere riassunte nelle seguenti due frasi: Israele rifiuta categoricamente i dettami internazionali per quanto riguarda un accordo permanente con i palestinesi. Tale accordo sarà raggiunto solo attraverso negoziati diretti tra le parti, senza precondizioni», ha affermato Netanyahu in un post su X.
Inoltre, ha spiegato il primo ministro, «Israele continuerà a opporsi al riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese. Tale riconoscimento, sulla scia del massacro del 7 ottobre, darebbe un’enorme ricompensa a un terrorismo senza precedenti e impedirebbe qualsiasi futuro accordo di pace».
Biden ribadisce a Netanyahu: no offensiva Rafah senza tutela civili
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, nel corso della nuova telefonata con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha manifestato ulteriormente la sua contrarietà al lancio da parte di Israele di un’operazione sulla città di Rafah, nella Striscia di Gaza, senza un piano per la sicurezza dei civili.
“Il Presidente ha ribadito la sua opinione, ovvero che un’operazione militare non dovrebbe procedere senza un piano credibile ed eseguibile per garantire la sicurezza e il sostegno ai civili a Rafah”, si legge in una nota della Casa Bianca.
Macron: riconoscimento Stato palestinese non è un tabù
«Il riconoscimento di uno Stato palestinese non è un tabù per la Francia»: lo ha dichiarato per la prima volta ieri Emmanuel Macron, ricevendo re Abdallah II di Giordania all’Eliseo. Il presidente francese ha anche messo in guardia contro un’offensiva militare israeliana a Rafah che, secondo lui, porterebbe «a un disastro umanitario senza precedenti e sarebbe una svolta» nel conflitto fra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas a Gaza.
Israele avverte Hamas: «Restituite gli ostaggi o entreremo a Rafah»
«Se gli ostaggi non verranno restituiti, estenderemo la guerra a Rafah. Ci stiamo preparando a questo, lavorando in collaborazione con i nostri partner, compreso l’Egitto». Lo ha detto il ministro del Gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz, aggiungendo che la guerra potrebbe continuare durante il mese sacro islamico del Ramadan. Israele «evacuerà la popolazione in aree sicure – e inizierà a operare», ha detto ancora Gantz secondo quanto riporta il Jerusalem Post.
Ue, Israele non intraprenda un’azione militare a Rafah
“L’Unione europea è molto preoccupata per i piani del governo israeliano per una possibile operazione di terra a Rafah, dove oltre un milione di palestinesi si stanno attualmente rifugiando dai combattimenti. L’Ue riconosce il diritto di Israele a difendersi in linea con il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario. L’Ue chiede al governo israeliano di non intraprendere un’azione militare a Rafah che peggiorerebbe una situazione umanitaria già catastrofica e impedirebbe la fornitura urgentemente necessaria di servizi di base e di assistenza umanitaria”. Lo scrive in una nota l’Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell.
Guterres: “L’offensiva su Rafah sarebbe devastante per i civili”
Un’offensiva globale sulla città di Rafah sarebbe devastante per la popolazione civile palestinese, che è già sull’orlo della sopravvivenza. Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, durante il suo intervento alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco.
Mosca organizza conferenza con Hamas e Jihad islamica: presenti 14 fazioni palestinesi
Un incontro tra le fazioni palestinesi si terrà dal 29 febbraio a Mosca. Lo ha annunciato all’agenzia Tass il rappresentante speciale del presidente russo per il Medio Oriente e i Paesi africani, il vice ministro degli Esteri Mikhail Bogdanov, precisando che la Federazione Russa ha invitato all’incontro i rappresentanti di un massimo di 14 organizzazioni, tra cui Hamas e la Jihad islamica. Quest’ultima, per voce del suo rappresentante in Libano, Muhammad al-Haj Musa, ha già confermato che invierà una delegazione.
Oms, condizioni a Gaza sono infernali
Il capo dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha affermato in un’intervista alla Cnn che la situazione sanitaria a Gaza è peggiorata «oltre le parole». Ghebreyesus ha ripetuto il suo appello per un cessate il fuoco permanente e ha affermato che le condizioni a Gaza sono «infernali». «Ho ribadito la nostra grave preoccupazione per un potenziale assalto su vasta scala a Rafah, che causerebbe sofferenze inimmaginabili», ha aggiunto.
Attacco terroristico nel sud di Israele alla fermata del bus: due morti e sei feriti
Il servizio di soccorso israeliano Magen David Adom ha riferito che i suoi medici stanno curando sei persone ferite in un attacco ad una fermata dell’autobus nel sud di Israele, che ha provocato due morti. I feriti sono stati trasferiti all’ospedale Assuta di Ashdod e all’ospedale Kaplan di Rehovot. I medici stanno cercando di rianimare un uomo di 20 anni in condizioni critiche.
Un altro uomo di 20 anni, un ragazzo di 16 e un uomo di 65 sono in gravi condizioni, mentre altre 4 persone, tra cui una donna di 65 anni, versano in condizioni moderate. La polizia ha dichiarato che il terrorista è arrivato sulla scena a bordo di un veicolo e ha aperto il fuoco su una fermata dell’autobus finché non è stato colpito e ucciso da un civile.
L’attentatore è Fadi Jamjoom, palestinese del campo profughi di Shoafat a Gerusalemme Est. Lo ha riferito la polizia israeliana, precisando che l’uomo apparentemente ha agito da solo. L’attacco, dichiara Netanyahu, mostra che “gli assassini vogliono ucciderci tutti e ci ricorda che l’intero Paese è un fronte e che gli assassini non vengono solo da Gaza». “Continueremo a combattere fino alla vittoria con tutte le nostre forze, ovunque, su tutti fronti, fino a che non riporteremo sicurezza e pace per tutti i cittadini di Israele”, conclude il premier israeliano.
Hamas: operazione nel sud Israele è risposta a guerra Gaza
Hamas ha esaltato «l’operazione di guerriglia» in cui sono stati uccisi 2 israeliani definendola «una risposta naturale alla guerra di sterminio commessa dal criminale esercito di occupazione contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza». «Continueremo – ha aggiunto – nella nostra lotta e resistenza fino alla liberazione della nostra terra, dei luoghi santi e la nascita di un completo stato palestinese con Gerusalemme capitale».