14 anni dopo...
Mazzarri ‘bis’ a Napoli, com’è cambiata l’Italia dal 2009 ad oggi
L'allenatore toscano arrivò la prima volta nel capoluogo partenopeo nel 2009. È tornato sulla panchina azzurra dopo più di un decennio. Nel frattempo, in Italia, in Campania e a Napoli, ne sono cambiate di cose. Non solo sui campi di calcio. O forse no?
Politica - di Andrea Aversa
La prima cosa che viene in mente è lo stadio. Nel 2009 si chiamava San Paolo e non era stato ancora in parte ammodernato grazie ai fondi delle Universiadi. Proprio nell’ottobre di quell’anno Walter Mazzarri fu ingaggiato dal Presidente Aurelio De Laurentiis per allenare il Napoli. Sono passati 14 anni e il tecnico toscano siederà di nuovo sulla panchina azzurra. Mazzarri aveva lasciato il club nel 2013, quattro anni dopo il suo arrivo. Sono passati dieci anni. Nel frattempo, da allora fino al Mazzarri-bis, sono cambiate tantissime cose. Fuori e dentro il campo da gioco. Napoli e la Campania non sono più le stesse. L’Italia è governata da politici vecchi e nuovi.
Il ‘primo’ Mazzarri: l’Italia dal 2009 al 2013
Quando Mazzarri nel 2009 divenne allenatore del Napoli in Italia c’era al Quirinale Giorgio Napolitano. In carica c’era quello che sarà l’ultimo governo – Berlusconi. L’ex premier è scomparso lo scorso 12 giugno. L’esecutivo aveva ottenuto la fiducia dopo che il centrodestra, guidato dall’allora Popolo delle Libertà, aveva vinto le elezioni l’anno precedente, nel 2008. Non esisteva Fratelli d’Italia e la Lega aveva ancora la denominazione geografica ‘Nord’. Nel Consiglio dei Ministri vi era una giovanissima Giorgia Meloni, oggi Presidente del Consiglio. C’erano Umberto Bossi (oggi solo parlamentare ), Raffaele Fitto e Roberto Calderoli. C’erano Anna Maria Bernini e Renato Brunetta (oggi al Cnel). Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini erano ministri, oggi sono all’opposizione tra le fila di Azione. Ignazio La Russa, oggi Presidente del Senato, era ministro della Difesa. Luca Zaia, da ministro dell’Agricoltura, è diventato tra i presidenti di regione più apprezzati alla guida del Veneto.
Nella squadra di governo spuntavano i nomi di Daniela Santanché (sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio), Alfredo Mantovano (sottosegretario agli Interni), Guido Crosetto (sottosegretario alla Difesa), Maria Elisabetta Casellati (sottosegretario alla Giustizia), Nello Musumeci (sottosegretario al lavoro e alle Politiche Sociali), Elena Roccella (sottosegretario alla Salute). Oggi sono tutti ministri. Nel 2011, si sarebbe definitivamente conclusa l’esperienza berlusconiana. La ‘famosa’ lettera inviata dall’Unione Europea a Roma divenne il ‘casus belli’ che determinò la caduta della maggioranza. A Berlusconi subentrò Mario Monti che diede inizio alla stagione dei ‘tecnici’ e dei governi a larga maggioranza. Dopo due anni, nel 2013, si tornò al voto con lo ‘tsunami’ del neonato Movimento 5 Stelle.
Il ‘primo’ Mazzarri: Napoli e la Campania dal 2009 al 2013
E veniamo al ‘locale’. Nel 2009 sedeva a Palazzo San Giacomo Rosa Russo Iervolino. È stata sindaco di Napoli fino al 2011, quando l’antipolitica e i fallimenti della sinistra hanno poi consentito a Luigi De Magistris, ex magistrato (in Italia i tempi per i pm in politica sono sempre stati maturi), di vincere le elezioni e di diventare primo cittadino. Lo è stato per due mandati. Una curiosità: l’attuale Presidente del Tennis Club della città, Riccardo Villari, all’epoca era sottosegretario ai Beni Culturali del governo-Berlusconi. Alla presidenza della Regione Campania c’era Antonio Bassolino, ex sindaco del capoluogo partenopeo e oggi Consigliere comunale. Nel 2010, alla fine del suo secondo mandato, fu sostituito da Stefano Caldoro che alla guida del centrodestra vinse le elezioni successive. Caldoro sconfisse Vincenzo De Luca che cinque anni dopo si è preso la sua rivincita, riuscendo poi a conquistare anche un secondo mandato alle elezioni del 2020.
Mazzarri ‘bis’: 2023
Il prossimo 25 novembre Mazzarri esordirà di nuovo come allenatore del Napoli. Ad attenderlo la difficile trasferta di Bergamo contro l’Atalanta. Poi le emozioni della Champions League addirittura contro il Real Madrid e infine il ‘ritorno a casa’: domenica 3 dicembre contro l’Inter in quello che oggi si chiama Stadio Diego Armando Maradona. Il campione argentino non c’è più e l’allenatore troverà una squadra in crisi ma campione d’Italia in carica. Al governo, dopo 10 anni di larghe maggioranze, c’è un esecutivo di destra (poco di ‘centro’), netta espressione del voto popolare. Sergio Mattarella è il Presidente della Repubblica. È al suo secondo mandato, proprio come Napolitano (nel suo caso è stata la prima volta nella storia del Paese), deceduto lo scorso 22 settembre. A Napoli, tramontata l’era De Magistris, è diventato sindaco Gaetano Manfredi. Alla Regione, appunto, governa De Luca: quest’ultimo, ‘incontentabile’ punta a un terzo mandato.
Forse, non è che le cose siano cambiate così tanto. In fondo, scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel Il Gattopardo: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi“. E guarda caso, la società e la squadra che hanno conquistato uno scudetto e per poco i quarti di Champions (che sarebbe stato un risultato storico), hanno fatto un salto indietro nel tempo. Servirà a risolvere i problemi? La risposta è nel prossimo futuro. Quindi, dopo 14 anni, bentornato e buon lavoro mister Mazzarri.