Perché Vittorio Feltri ha attaccato Patrick Zaki: “Bulletto buono a nulla, doveva marcire in una cella egiziana”

Hanno scatenato grandi polemiche le parole che Vittorio Feltri ha ‘dedicato’ a Patrick Zaki. Il giornalista, riferendosi alla decisione dello studente graziato nei giorni scorsi dal Presidente egiziano al-Sisi – di far ritorno in Italia con un volo di linea e non di Stato – ha attaccato l’attivista. Parole dure per nulla scalfite dai ringraziamenti che comunque e giustamente Zaki aveva manifestato nei confronti del Governo italiano guidato dalla premier Giorgia Meloni. Queste le sue parole: “Ringrazio di cuore le organizzazioni della società civile, i partiti, le forze politiche e i personaggi pubblici che hanno chiesto il mio rilascio e quello di tutti i prigionieri di opinione. Ringrazio anche il Governo, il Parlamento italiano, la Presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri che mi hanno sostenuto durante tutto il periodo di reclusione e il processo solo per essermi laureato in un’università italiana, pur non essendo cittadino italiano“. Il giovane laureatosi a distanza mesi fa, è rientrato nella sua Bologna. La città gli ha dato il benvenuto (anzi il bentornato), ieri con un evento pubblico.

Perché Vittorio Feltri ha attaccato Patrick Zaki

“Avendo constatato il cattivo comportamento del giovanotto in questione, non gioisco affatto della sua riconquista del diritto a rientrare in Italia. – ha scritto Feltri – In Italia per anni si è parlato di lui come fosse un martire della libertà, quando invece a me sembrava un bulletto capace di tutto e buono a nulla. Sono persuaso che sarebbe stato meglio che Zaki marcisse in una cella egiziana, così avrebbe imparato che la gratitudine è un sentimento che bisogna nutrire nei confronti di chi ti fa del bene. La Meloni è una grande donna mentre questo ragazzotto è un piccolo individuo che non merita rispetto e neppure la minima considerazione“.

Vittorio Feltri, Zaki ed Elly Schlein

Ma perché Vittorio Feltri ha attaccato Patrick Zaki? Ovviamente a fare la differenza è la sua appartenenza politica e soprattutto vicinanza personale alla Presidente del Consiglio Meloni. Ed è per questo che non è mancata, da parte del giornalista, la stoccata alla Segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein: “Zaki è pronto per entrare con le carte in regola nel Pd, a fare compagnia alla segretaria ridicola del suddetto partito da cui la gente migliore è in precipitosa fuga. Zaki ha perso un’ottima occasione per dimostrare di meritare la libertà, che è un bene prezioso per tutti tranne che per i comunisti e generi affini. Egli in ogni caso non andrà lontano, perché politicamente e umanamente è un nano. Gli auguro di sparire dalla circolazione. Non merita altro“.