I soccorsi del Titan

Se le vite di 5 milionari valgono più di quelle di 600 africani…

Per salvare la vita anche di un solo individuo è giusto e stragiusto impegnare tutte le risorse possibili. Però per salvare quei settecentocinquanta che speravano di poter mettere piede, vivi, in Italia, si è mossa solo una piccola motovedetta greca.

Cronaca - di Piero Sansonetti

23 Giugno 2023 alle 13:00

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Se le vite di 5 milionari valgono più di quelle di 600 africani…

Seicento persone sono molte più di cinque persone. Circa 120 volte di più. Però 50 milioni o forse 100 milioni sono parecchi di più di 4 o 5 milioni. Si spiega così, con questo facile conto matematico, l’interesse universale per il sottomarino in fondo all’oceano e il disinteresse generale per i 600 africani annegati sui fondali del mare Egeo.

È vero che nel sottomarino c’erano solo quattro viaggiatori più uno scafista (un nocchiero); mentre nel barcone affondato qualche giorno fa di fronte alla Grecia ce n’erano più di settecento di persone, e cinquecento o seicento sono morte; ma se si fa un calcolo a spanne del reddito complessivo dei quattro viaggiatori, si arriva a una cifra che certamente supera i cinquanta milioni, mentre se invece si calcola il reddito dei naufraghi nel mare Egeo non si arriva neppure a quattro o cinque milioni. A malapena un decimo del reddito del sottomarino. E poi, degli sfortunati milionari morti in fondo all’Oceano, vicino al relitto del Titanic, conosciamo nomi, cognomi, storie, amori, parenti. Di neanche uno delle vittime del peschereccio conosciamo il nome.

È populismo questo? È demagogia? È sciacallaggio? No, è un tentativo di capire come va il mondo. Il giorno dopo la sciagura del barcone di fronte alla Grecia solo quattro giornali italiani hanno pubblicato la notizia in modo vistoso, in prima pagina: il giornale che state leggendo, Repubblica, il Manifesto e l’Avvenire. Tutti gli altri giornali (sono una trentina i quotidiani a tiratura nazionale) se ne sono disinteressati. L’altro ieri, il giorno prima ancora, e poi di nuovo ieri e oggi, le prime pagine di tutti i giornali del mondo sono affollate dalle notizie sul Nautilus. Leggo che ci sono dieci navi della marina americana impegnate nelle ricerche. Giusto, io dico: giusto, sacrosanto.

Per salvare la vita anche di un solo individuo è giusto e stragiusto impegnare tutte le risorse possibili. Però per salvare quei settecentocinquanta che speravano di poter mettere piede, vivi, in Italia, si è mossa (con comodo) solo una piccola motovedetta greca. Nessuna nave italiana, nessuna nave europea, nessun elicottero. Eppure era facile salvarli. E costava anche poco. Oltretutto l’unica motovedetta che si è mossa si è mossa molto male. Forse è stata la causa del naufragio. Voi non vedete una sproporzione? Non trovate che questa sproporzione sia la fotografia di come funziona oggi la società moderna?

Il ministro Valditara, per citarne uno, vorrà magari spiegarci che questa è la legge delle meritocrazia. Cioè che ciascuno vale non per ciò che è ma per ciò che merita. E che una persona merita esattamente quello che è scritto nel suo conto in banca. Zero, se il conto è zero. Forse è così. Senza forse. E si può dire che una società che funziona in questo modo, una politica che funziona in questo modo, un sistema di informazione che funziona in questo modo, a noi non piace molto? Una opinione pubblica che funzioni in questo modo nemmeno ci piace molto.

 

23 Giugno 2023

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