Puntata da record
Che Tempo Che Fa, l’addio di Fazio e Littizzetto alla Rai con frecciata a Salvini: “Bello Ciao”
Il congedo con le ospitate di Anthony Hopkins e Aurelio De Laurentiis, Marco Mengoni ed Elodie e Roberta Metsola. "Sono stati 40 anni bellissimi". La comica: "Spero in un’Italia un po' diversa, dove la libertà sia preservata, e dove il dissenso sia sempre leale. Un’Italia dove chi fa il ministro non abbia paura di chi fa il saltimbanco"
News - di Redazione Web

È stata la puntata degli addii: quelli di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto alla Rai e a Che tempo che fa, dopo vent’anni di trasmissione sulle reti Rai. Un caso che è stato anche politico. Quando era stato ufficializzato il passaggio di Fazio a Discovery dalla prossima stagione il segretario della Lega e vice primo ministro e ministro del governo Meloni Matteo Salvini aveva salutato con un post ironico sui social: “Bello ciao”. Non si è fatta pregare la replica ieri sera, in diretta in trasmissione.
La puntata ha vinto il prime time con 2.772.000 spettatori e il 15,4% di share, con un record di 2.134.000 spettatori e il 16,8% di share nel segmento finale, quello del Tavolo. Record di sempre anche sui social con 673mila interazioni. Puntata da record insomma, con le ospitate di Anthony Hopkins e Aurelio De Laurentiis, Marco Mengoni ed Elodie e Roberta Metsola. L’addio di Fazio, il cui contratto scadeva a giugno e che non sarebbe stato contattato per il rinnovo, e di Littizzetto era stato quello mediaticamente più forte nell’ambito della Rai che sta cambiando. Prima di quello della giornalista Lucia Annunziata e dopo quello dell’ex amministratore delegato Carlo Fuortes.
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“Un grazie alla Rai la tv è pubblica, la tv di tutti, quindi anche la mia, noi non possiamo non volerle bene – ha detto Fazio salutando il pubblico – . In questi giorni 40 anni fa facevo un provino e incredibilmente mi hanno preso. Dopo quel provino andai a fare l’imitatore a Pronto Raffaella, ricordo ancora il cuore palpitare quando sentivo la sigla, Fatalità, che per altro aveva un significato, perché io per fatalità stavo lì. Insomma tantissimi ricordi. Il grazie più grande però va al pubblico, che in questi 40 anni è cresciuto e anche invecchiato con me, con noi, grazie a tutti voi che mi siete stati vicino e sono sicuro ci starete ancora vicino. Sono stati 40 anni bellissimi.”
Più piccato l’addio di Littizzetto, che alla Rai ha scritto e dedicato una lettera di congedo, con tanto di dedica finale. “Cara Rai. Eccoci arrivati alla fine della nostra relazione. È finita, non abbiamo superato la crisi del settimo governo. Pensare che la prima volta che mi hai assunta c’era la destra, si parlava di condoni, il mondo era in guerra … quante cose sono cambiate da allora, eh? Sono stati anni proprio belli, cara amatissima Rai, anni di allegria, di grandi ascolti, di fatica, di ospiti importanti. Ogni tanto pestavamo qualche merdone e ci spostavi, da Rai tre a Rai Uno, da Rai uno a Rai due e di nuovo a Rai 3. Ma abbiamo resistito soprattutto grazie ai milioni di spettatori che ci hanno voluto bene. Ciao! Milioni! E anche al nostro impegno. Ma non grazie ad altro. Questo lo dico a muso duro e con orgoglio. Cara amatissima Rai, il mio ricordo di te sarà sempre felice. Perché tu per me non sei la parte politica di turno che ti governa. Mi lasci dei ricordi straordinari cara Rai, e purtroppo, mi lasci anche sto pirla di Fabio, che mi dovrò portare dietro in questa nuova Prova del Nove. Mi spiace solo lasciare qui tanta gente, tanti professionisti che sgobbano ogni giorno e che le poltrone che si contendono i capi non le hanno mai viste. E grazie a Fabio di tutti questi anni insieme. L’unico presentatore che se fa ottimi risultati gli danno addosso il doppio“.
“Cara RAI. Restiamo Amici. Chissà magari un giorno ci ritroveremo, spero in un’Italia un po’ diversa … un’Italia dove la libertà sia preservata, e dove il dissenso sia sempre leale. Un’Italia dove chi fa il ministro non abbia paura di chi fa il saltimbanco. E infine cara Rai. Non dimenticarti mai che il Servizio pubblico è di tutti. Di quelli che la pensano come chi governa, ma anche di quelli che pensano il contrario. E persino di quelli che non sono andati a votare. Di chi va e di chi resta. Di tutti. Di più. Tua affezionatissima. Luciana, P.S. Bello? Ciao”.