Si parte il 12 novembre
Porno online, l’accesso solo dimostrando di essere maggiorenni: l’AgCom blocca 48 siti per il decreto Caivano
Da OnlyFans a Pornhub. L’AgCom, l’Autorità garante per le telecomunicazioni in Italia, ha pubblicato una lista comprendente 48 siti ai quali, a partire dal prossimo 12 novembre, non si potrà più accedere attraverso l’autocertificazione della propria età.
Si tratta dei più noti portali di pornografia online, comprendenti alcuni giganti del settore come PornHub, YouPorn e RedTube, tutti di proprietà della Aylo Freesited, ma anche OnlyFans, piattaforma social tecnicamente non paragonabile ad un “normale” sito pornografico.
La stretta è dovuta all’articolo dell’articolo 13-bis del Decreto Caivano che ha introdotto l’obbligo per i gestori di siti con contenuti pornografici di verificare l’età degli utenti per impedire l’accesso ai minori di 18 anni.
A partire dal 12 novembre sarà infatti obbligatorio dimostrare la propria maggior età per accedere su questi 48 siti: l’utente deve ottenere un codice digitale (token) da un ente terzo indipendente che certifica l’età senza rivelare altri dati personali al sito. Le piattaforme e siti online sono infatti obbligate a dotarsi di sistemi di verifica dell’età ma non potranno né accettare documenti di identità (Cie o scansioni di carte di identità cartacea, passaporti e patenti) né tantomeno rendere possibile l’utilizzo di Spid. Un metodo che garantisce un “doppio anonimato”: il sito non sa chi è l’utente, e il verificatore non sa dove userà il codice.
Per semplificare la procedura, non proprio immediata, la Commissione Europea ha anche sviluppato un’app, T-Scy, testata in cinque Paesi tra cui l’Italia, che consente di ricevere automaticamente il token sul proprio smartphone, ma che sarà disponibile solo a partire dal prossimo anno, anche integrata nel portafoglio digitale europeo: assieme alla propria impronta digitale o alla scansione della retina, consentirà di accedere a documenti ufficiali e certificare la propria età in modo sicuro.
Chi sarebbe dunque il “soggetto terzo” di cui parla l’AgCom per il rilascio del token? Per ora la questione resta in sospeso, nell’attesa dell’app “di Stato” alla quale stanno lavorando l’AgCom assieme a a PagoPA, il Dipartimento per la trasformazione digitale e la Zecca dello Stato.
Quanto ai siti finiti nel mirino dell’AgCom, il provvedimento stabilisce un sistema di sanzioni graduali per i gestori che non si adeguano alle nuove regole. Nei casi più gravi, Agcom potrà ordinare l’oscuramento temporaneo o permanente dei siti accessibili dall’Italia.