Il presidente nazionale Arci
“Italia in mobilitazione permanente”, intervista a Walter Massa (Arci)
La nostra presenza sulla Flotilla è la naturale prosecuzione dell’impegno dell’Arci per il popolo palestinese, simbolo dell’ingiustizia che impregna il mondo
Interviste - di Umberto De Giovannangeli
Walter Massa Presidente nazionale dell’Arci. Cosa racconta l’abbordaggio della Marina militare israeliana alle barche e agli attivisti della Global Sumud Flotilla?
Racconta quello che diciamo da tempo. Racconta il fatto che nel pieno della legalità, del diritto internazionale e del diritto del mare, oltre quaranta barche a vela, disarmate e piene di aiuti umanitari, si stavano dirigendo in acque internazionali verso le coste di Gaza. Racconta che con un atto, l’ennesimo, di pirateria internazionale, uno Stato ha deciso di intervenire e di bloccarle, prima delle acque territoriali palestinesi, controllate illegalmente da Israele dal 2009, e arrestare, ma sarebbe più corretto dire sequestrare, gli equipaggi o intimando agli equipaggi di dirigersi verso il porto israeliano di Ashdod, come sta succedendo ad alcune delle barche della Flotilla. Questa è la ricostruzione reale. Un’operazione di pirateria di Stato a cui non si sono opposti i governi dei Paesi rappresentati nella Flotilla, ben 44. Non solo l’Italia. E questo lo dico per tranquillizzare la presidente del Consiglio Meloni: alla maggior parte degli equipaggi della GSF non gliene fregava nulla di quello che pensava Meloni e il suo Governo, visto che gli italiani, benemeriti, che erano nella Flotilla erano quaranta. Quello che si è compiuto, che si sta ancora compiendo, è un grave abuso internazionale subito, avallato, da tutti i governi occidentali. La nostra presenza a bordo della Global Sumud Flotilla è la naturale prosecuzione dell’impegno dell’Arci per la libertà e la dignità del popolo palestinese. Navigare verso Gaza significa ribadire che il Mediterraneo non è un confine che divide ma uno spazio che unisce i popoli, contro guerre, assedi e ingiustizie. Rompere l’assedio è oggi un atto di giustizia, un’azione collettiva nonviolenta che chiede alla comunità internazionale di garantire il rispetto del diritto e dei diritti.
Una cosa straordinaria è stata la mobilitazione immediata, spontanea, alla notizia dell’abbordaggio alle barche della Flotilla, in diverse città italiane. Tantissime manifestazioni, tantissimi i giovani.
È così. Ma anche questa non è una novità. Contrariamente a quello che si racconta, anche in un modo fuorviante e strumentale, questo Paese è in mobilitazione permanente da ormai un anno e mezzo. Basti pensare all’ultimo periodo, dal marzo 2025 ad oggi. Siamo in mobilitazione permanente. E questa mobilitazione è stata animata, anche dagli studenti, dai ragazzi e dalle ragazze, che mercoledì sera, non da soli perché non sono state manifestazioni di soli giovani ma qualcosa che ha unito generazioni diverse, si sono mobilitati in tantissimi. E domani (oggi per chi legge, ndr) si mobiliterà in modo straordinario e unitario, come non accadeva da tantissimo tempo, il mondo del lavoro. Noi sappiamo che ci saranno lavoratori e lavoratrici che non parteciperanno a questo sciopero, ma venerdì (oggi per chi legge ndr) assisteremo ad una prova di forza del mondo del lavoro, che finalmente si unisce dietro ad una causa. Questo è bene raccontarlo così, come Arci abbiamo provato a farlo in questi mesi. Una causa che ha identificato la Palestina e i palestinesi come il simbolo più concreto dell’ingiustizia di cui è impregnato questo mondo. Tocca sicuramente i palestinesi, in modo drammatico con il genocidio, ma che investe tutte e tutti noi.
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Tu hai usato una parola che il solo pronunciarla fino a qualche tempo ha scatenato l’ira funesta dei censori mediatici. Quella parola è genocidio.
Guarda, noi da molto tempo siamo andati oltre le dispute semantiche o da Accademia della Crusca. E così lo stanno facendo in tanti e tante. Perché il tema è che non sono i numeri che determinano un genocidio, ma è lo sterminio voluto di un popolo che è ormai sotto gli occhi di tutti, comprese le Nazioni Unite. Io denunciai personalmente questa cosa nel marzo del 2024, nella prima missione al valico di Rafah. Quando decidi che i biscotti sono un alimento superfluo quando la gente sta morendo di fame, o come ci hanno detto in questi giorni, che è un alimento troppo calorico, tu hai deciso di sterminare un popolo, con le armi, con la fame, con la sete, e senza avere la possibilità di curarsi. Chiamatelo come volete ma di certo quello messo in atto da Israele a Gaza è un genocidio assimilabile ad altri che purtroppo nella nostra storia abbiamo visto. Ripeto qui quanto ho detto intervenendo alla manifestazione dei 300mila del giugno scorso a Roma: Come Arci, lo diciamo con chiarezza: non c’è più spazio per l’ambiguità. Non c’è più tempo per parole vuote. È in corso un progetto politico di annientamento del popolo palestinese. Un regime di apartheid condotto con violenza sadica, che non risparmia nessuno. Contro cui ribellarsi è giusto. La Flotilla l’ha fatto.
Nella Flotilla l’Arci era presente.
Si eravamo presenti con la Karma, una delle imbarcazioni della flotta TOM -Tutti gli occhi sul Mediterraneo,- il nostro progetto di monitoraggio e salvataggio in mare. TOM è ovviamente anche un ricordo di Tom Benetollo, ma è anche la sigla di Tutti gli occhi sul Mediterraneo, perché il nostro mare non sia più il più grande cimitero a cielo aperto del mondo e perché il popolo palestinese trovi al più presto libertà e autodeterminazione. Sabato partirà, nonostante tutto, da Licata per l’ottava missione. La pace, per chi si batte per essa, ha sempre il vento in poppa.
Della Karma ha parlato in Parlamento anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Per chiarezza rispetto a quanto sostenuto dal ministro: la nave Karma è stata intercettata a 36 miglia da Gaza mentre navigava insieme alle altre imbarcazioni della Global Sumud Flotilla ed è stata obbligata a dirigersi verso il porto di Ashdod scortata da due unità della marina israeliana. Non corrisponde al vero che gli aiuti umanitari trasportati saranno consegnati in quel porto, né che la nave si sia diretta volontariamente verso Ashdod. Al momento non abbiamo alcuna notizia certa sulle sorti dell’equipaggio della Karma e, come per tutte le altre imbarcazioni della Flotilla, le comunicazioni sono state interrotte. Ribadisco la forte preoccupazione per la sorte degli attivisti e delle attiviste di tutta la Flotilla e come Arci chiediamo che il Governo italiano si adoperi con urgenza per garantire il rispetto dei diritti fondamentali di tutte le persone fermate illegalmente da Israele in acque internazionali. La Global Sumud Flotilla è un’iniziativa civile e pacifica, volta a rompere l’assedio illegale imposto a Gaza e ad aprire un corridoio umanitario permanente. La nostra priorità rimane Gaza e la Palestina, per questo siamo mobilitati in permanenza e chiediamo al Governo italiano di garantire la sicurezza e l’incolumità degli equipaggi coinvolti.