La vittima aveva 35 anni
È un giallo la morte di Michele Noschese a Ibizia, il padre di dj Godzi: “La polizia me l’ha massacrato”
"Nonostante gli spagnoli abbiano cercato mantenere tutto in sordina, con la stampa locale che tace, ormai non riescono più a contenere la notizia, essendo di una gravità estrema. Non si può arrivare a massacrare di botte un ragazzo senza alcun motivo, residente peraltro a Ibiza"
Cronaca - di Redazione Web
A colpire la famiglia di Giuseppe Noschese, il dj morto in circostanze violente e da chiarire a Ibiza lo scorso fine settimana, oltre alla tragica perdita del figlio di appena 35 anni è l’atteggiamento delle autorità e dei media spagnoli: “Zero”, ha detto il padre della vittima, Giuseppe Noschese, medico in pensione ed ex coordinatore del Trauma Center al Cardarelli di Napoli, in un’intervista a Il Corriere del Mezzogiorno.
Michele Noschese, in arte dj Godzi, aveva 35 anni. Aveva giocato nella Primavera del Napoli, in Serie C con Cavese e Benevento. Si era laureato in economia. Aveva scelto la musica alla fine: era molto conosciuto a Ibiza, dove ormai era residente, ma si esibiva in tutta Europa. È morto nella notte tra venerdì 18 e sabato 19 luglio. Era a casa con degli amici, era in corso una festa quando secondo una prima ricostruzione i vicini di casa avrebbero chiamato la Guardia Civil.
Alcuni testimoni hanno parlato di percosse da parte dei poliziotti intervenuti e dell’ambulanza che è arrivata direttamente in obitorio e non in ospedale. La salma dovrebbe rientrare in Italia in due o tre giorni. Sarà cremata perché “mia moglie ne morrebbe, già non penso che riuscirà a reggere questa situazione”, ha detto il padre in un’intervista a Il Corriere del Mezzogiorno. Sul corpo, a detta del padre, sono evidenti i segni delle percosse. “La polizia lo ha male combinato”. La famiglia ha chiesto una perizia medico-legale indipendente oltre all’autopsia che sarà condotta sulla salma.
“Ci sentivamo ogni momento, Michele condivideva con me e sua madre quasi in tempo reale tutte le sue serate, i suoi successi come dj. Ci aveva chiamati per dirci di quanto fosse felice per essersi esibito qualche sera prima a Ibiza in una delle discoteche più famose del mondo”, ha aggiunto il padre che è arrivato a Ibiza nei giorni scorsi. “La novità è che nonostante gli spagnoli abbiano cercato mantenere tutto in sordina, con la stampa locale che tace, ormai non riescono più a contenere la notizia, essendo di una gravità estrema. Non si può arrivare a massacrare di botte un ragazzo senza alcun motivo, residente peraltro a Ibiza, quindi cittadino di Ibiza”.