L'episodio
Piantedosi respinto da Haftar, perché il ministro è stato espulso in Libia: “Persona non gradita”
La delegazione europea era stata a Tripoli, respinta per "mancato rispetto delle procedure d'ingresso" all'aeroporto di Bengasi. La visita annullata
News - di Redazione Web
Respinti e obbligati a lasciare il territorio quali “persone non grate”. C’era anche Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno del governo Meloni, nella delegazione europea ricacciata nell’est della Libia controllata dal generale Khalifa Haftar. La nota delle autorità ha definito “persona non grata”, locuzione latina che nel linguaggio diplomatico è utilizzata per sollecitare l’espulsione di un rappresentante di un Paese straniero. È la stessa espressione che viene utilizzata per respingere i migranti che arrivano in Europa attraversando il Mediterraneo.
La delegazione era composta da Piantedosi, il Commissario dell’Unione Europea alle Migrazioni austriaco Magnus Brunner e i ministri degli Interni di Grecia, Thanoos Plevris, e di Malta, Byron Camilleri. Aveva incontrato a Tripoli il governo di unità nazionale riconosciuto e sostenuto dalle Nazioni Unite, l’esecutivo rivale e avversato da Haftar. La missione aveva in effetti l’obiettivo di parlare con entrambi i governi libici degli accordi sull’immigrazione dopo le recenti tensioni a Tripoli che avevano portati a giorni di guerriglia urbana. La delegazione è stata respinta per “mancato rispetto delle procedure di ingresso”. La visita è stata annullata.
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All’arrivo della delegazione all’aeroporto internazionale di Bengasi, i quattro sono stati infatti informati della necessità di lasciare immediatamente il territorio libico “in quanto non graditi”. Si legge nella nota firmata da Osama Saad Hammad, autoproclamato “primo ministro del governo libico”, che dal momento che l’ONU riconosce solo l’esecutivo di Tripoli, si denuncia una “flagrante violazione delle norme diplomatiche stabilite e delle convenzioni internazionali” da parte della delegazione europea nel “disprezzo della sovranità nazionale libica”.

Le autorità libiche in un “urgente appello” hanno ribadito “ancora una volta a tutti i diplomatici, membri delle missioni internazionali e delle organizzazioni governative e non governative l’importanza del rispetto della sovranità dello Stato libico, impegnandosi a rispettare pienamente le leggi libiche, le convenzioni e gli accordi internazionali che regolano le visite diplomatiche. Ogni interazione con il Governo libico deve avvenire secondo quanto previsto da tali accordi e norme”. Il ministro Piantedosi è rientrato a Roma, l’Italia aveva avuto fino a ieri buoni rapporti con Haftar.