A metà giugno a Sumy

Settimo italiano morto in guerra in Ucraina, Thomas D’Alba: “Agli aperitivi con gli amici ha preferito la trincea”

Era stato nella Folgore, originario di Legano, era entrato nella Legione Internazionale circa due anni fa. "Quando è scoppiata la guerra non se la sentì di rimanere a guardare. Rinunciò al lavoro ben pagato"

Esteri - di Redazione Web

5 Luglio 2025 alle 19:26

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FOTO DA X
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Altro italiano morto al fronte in Ucraina. Si chiamava Thomas D’Alba e sarebbe morto all’incirca a metà giugno nella zona di Sumy stando alle prime informazioni. La notizia è stata data da diversi media italiani che citano un creator digitale e attivista ucraino che sui social ha pubblicato un thread in cui ha parlato della sua amicizia con D’Alba. È il settimo italiano morto combattendo nell’Ucraina invasa dalla Russia nel febbraio del 2022.

D’Alba aveva prestato servizio nella Folgore e circa due anni fa si era arruolato con l’Ucraina con la Legione Internazionale. Era originario di Legnano. La prima vittima italiana in Ucraina, nell’aprile del 2022, è stata Edy Ongaro, 46 anni, originario di Portogruaro (Venezia). Lo stesso anno erano morti anche Benjamin Giorgio Galli, 27enne originario di Varese, ed Elia Putzolu, 27 anni, nato a Roma e cresciuto in Toscana, schierato con i filorussi. Ancora un giallo la vicenda di Angelo Costanza, 42 anni, la cui morte è stata annunciata lo scorso novembre. Secondo alcuni sarebbe ancora vivo ma prigioniero. Lo scorso maggio sono morti Antonio Omar Dridi, 35enne di Palermo, e Manuel Mameli, 25 anni di Cagliari.

Il creator e attivista Vladislav Maistrouk aveva incontrato recentemente D’Alba. “Era un uomo gentile e coraggioso, un italiano. È caduto in battaglia, nel Donbas, difendendo l’Ucraina e l’Europa. Thomas non era uno sprovveduto, ma un professionista, aveva già servito nell’esercito italiano, nella Folgore”. Comincia così il suo ricordo di D’Alba, una vera e propria celebrazione in un thread su X lungo cinque post.

 


“Lasciò le armi per seguire la sua passione e diventare insegnante di musica. Poi è iniziata la guerra a larga scala in Ucraina, e Thomas non se la sentí di rimanere a guardare. Rinunciò al lavoro ben pagato per uno stipendio mediocre, considerando i rischi. Agli aperitivi con gli amici scelse le esercitazioni al freddo nei boschi, alle notti tranquille passate nel proprio letto preferì per un sacco a pelo in una trincea. Ci siamo conosciuti a Kyiv, e passammo serate a parlare, come se fossimo dei personaggi di Remarque”.

L’attivista aggiunge di aver parlato l’ultima volta con D’Alba a inizio giugno. “Thomas era in missione, e si vantava di avere un nuovo ‘amico’ – un FPV russo, inesploso ad 1,5 metri dalla sua postazione. Non si lasciava affrangere, neanche in quei momenti. Una cosa che mi disse Thomas, e che vorrei leggessero gli italiani, soprattutto chi dubita, o chi è contro: ‘Sono stato in molte missioni all’estero, ed a volte mi chiedevo se fossi dalla parte giusta. In Ucraina non ho mai avuto questo dubbio’. Gloria agli eroi!”.

5 Luglio 2025

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