La scia di morti "eccellenti" in Russsia
Morto per “suicidio” a Mosca Badalov, vicepresidente di Transneft: è l’ultimo di una serie di decessi tra i top manager russi

Quello di Andrei Badalov è solo l’ultimo dei nomi in un elenco che da tre anni a questa parte si è fatto sempre più lungo: è quello degli imprenditori e manager di imprese statali russe morti per apparente suicidio dallo scoppiare del conflitto in Ucraina, iniziato nel febbraio del 2022 con l’invasione delle truppe russe in direzione Kiev.
Badalov, 62 anni, era dal 2021 vicepresidente di Transneft come responsabile della trasformazione digitale, la tecnologia informatica e l’automazione delle operazioni dell’azienda di stato russa che gestisce la rete di oleodotti del Paese.
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Il manager è stato trovato morto questa mattina nella capitale russa, Mosca. Secondo molteplici media russi il caso è già archiviato o quasi: si tratta di suicidio. Secondo l’agenzia Tass il corpo di Badalov è stato trovato da un addetto alla sicurezza sotto le finestre della sua abitazione sul viale Rublevskoye. Secondo l’agenzia Ria Novosti, al momento del fatto la moglie e le due figlie del dirigente erano in casa e ora alcuni psicologi stanno prestando loro assistenza. La stessa agenzia riferisce che Badalov ha lasciato un biglietto di addio alla moglie.
“Ci rammarichiamo profondamente di darvi la notizia della morte prematura di Andrei Yurievich Badalov”, ha scritto in una nota Transneft, fondata nel 1993 e che ad oggi possiede il più grande sistema di oleodotti del mondo (la sua rete si estende per quasi 50mila chilometri). Nel messaggio pubblicato sul proprio sito l’azienda di stato, di cui è amministratore delegato Alexander Novak, vice primo ministro russo dal 2020, sottolinea “l’alta professionalità, la competenza, il talento da leader e l’esperienza” del dirigente. Qualità che hanno permesso alla Transneft “di raggiungere un nuovo livello qualitativo tecnologico e organizzativo, vincendo efficacemente le sfide delle restrizioni dovute alle sanzioni”.
È a dir poco impressionante la lista di manager e funzionari russi morti in “circostanze misteriose” dall’inizio della guerra in Ucraina, la maggior parte dei quali in avvenimenti dichiarati dalle autorità russe come “suicidi” e con modalità per certi versi fotocopia: una caduta dai loro appartamenti o luoghi di lavoro.
Nell’aprile 2022 l’ex vicepresidente di Gazprombank, Vladislav Avaev, era stato trovato morto insieme alla moglie e alla figlia. Pochi giorni dopo i corpi di Serghei Protosenia, dirigente di Novatek, della moglie e della figlia erano stati ritrovati privi di ita in Spagna. Nello stesso anno, Ravil Maganov, presidente della compagnia petrolifera Lukoil, è morto dopo essere caduto da uno dei piani dell’ospedale dove era ricoverato.