In Cassazione
Strage di Bologna, definitiva la condanna all’ergastolo per Bellini: era tra gli esecutori dell’attentato

Una condanna che conferma la matrice eversiva di destra dietro la strage di Bologna, l’attacco dinamitardo compiuto il 2 agosto del 1980 in cui morirono 85 persone e oltre 200 rimasero ferite.
La Cassazione ha confermato l’ergastolo per Paolo Bellini, 72enne ritenuto dai giudici esecutore materiale in concorso della strage ideata da componenti di Avanguardia Nazionale.
Nella sentenza di Appello, confermata in Cassazione, i giudici scrissero che il ruolo di Bellini fu quello di “trasportare, consegnare e collocare quantomeno parte dell’esplosivo” oppure a fornire supporto materiale all’azione “nella piena consapevolezza” che nella sala d’aspetto della stazione di Bologna sarebbe stato collocato l’ordigno esploso alle 10:25 di quel 2 agosto.
I giudici della sesta sezione della Cassazione che hanno anche ribadito la condanna a sei anni per l’ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel per depistaggio e a quattro anni per Domenico Catracchia, amministratore di alcuni condomini di via Gradoli a Roma, per false informazioni al pubblico ministero.
Per la strage di Bologna sono già stati condannati in via definitiva gli altri esecutori materiali, gli ex Nar Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, mentre dal gennaio 2025 è definitiva la pronuncia di colpevolezza della Cassazione anche nei confronti di Gilberto Cavallini.
Bellini, che si è sempre professato innocente, è stato incastrato da un video girato da un turista tedesco che lo riprendeva pochi minuti dopo l’esplosione sul primo binario della stazione, filmato saltato fuori dopo 40 anni grazie agli avvocati di parte civile: a certificare che quello fosse proprio il 72enne oggi condannato in via definitiva è stata l’ex moglie, prima intercettata parlando con i figli e poi anche sotto giuramento.
Commentando la sentenza di Cassazione, il procuratore generale Antonio Balsamo ha parlato di “passo importante per la piena realizzazione di quel diritto alla verità che spetta non solo alle vittime e alle loro famiglie ma a tutto il popolo italiano su un fatto che ha rappresentato il più grave atto terroristico della storia della Repubblica italiana”. Un processo, ha aggiunto Balsamo, “in cui è stato importantissimo l’impegno di ricerca della verità da parte dei familiari delle vittime che hanno avuto la capacità di trasformare il dolore in coraggio e speranza. Un grande esempio per la nostra comunità nazionale, qualcosa che fa parte della identità collettiva del nostro popolo”.