Nascosto in un bunker
Catturato Fito, il più pericoloso criminale dell’Ecuador: evaso dal carcere, era ricercato da 16 mesi

“Fito”, come è noto in Ecuador José Adolfo Macías Villamar, tra i più pericolosi criminali del Paese sudamericano, è stato catturato in una imponente operazioni di polizia a Manta, la sua città natale sulla costa pacifica.
Dal gennaio dello scorso anno Fito era latitante a seguito di una clamorosa evasione dal carcere di Guayaquil, dove era recluso dal 2011 per una condanna a 34 anni di reclusione frutto di diversi procedimenti giudiziari, tra cui omicidio, possesso di armi e associazione a delinquere.
Da 16 mesi era il criminale più ricercato del Paese, su di lui il governo ecuadoriano di Daniel Noboa aveva anche messo una taglia da oltre 800mila euro per chiunque avesse fornito informazioni utili alla cattura di Fito.
Alla fine Villamar è stato catturato nella sua città natale, fermato all’interno di un bunker nascosto sotto un appartamento. È da Manta che Fito aveva formato all’inizio degli anni Ottanta la gang dei Los Choneros, dedita al narcotraffico e ad altre attività criminali, di cui è considerato il capo: quella dei Los Choneros fu una crescita esponenziale, col business principale consistente nel traffico internazionale di stupefacenti anche grazie ad una fruttuosa alleanza col celebre cartello messicano di Sinaloa.
⚠️| En medio de casas construidas en su mayoría con caña o materiales precarios, se hallaba la vivienda donde se escondía José Adolfo Macías Villamar, alias #fito, en el sector Monterrey, cantón Montecristi, limítrofe con #Manta, en la provincia de #Manabí. 👇 pic.twitter.com/SxORUCNOv9
— Belén Mendoza (@mmendozabelen) June 26, 2025
Per traffico di droga e armi Fito è sotto accusa anche negli Stati Uniti: il presidente ecuadoriano Noboa, stretto alleato di Donald Trump, ha chiarito di aver già avviato il processo di estradizione verso gli Usa.
In occasione della sua fuga dal carcere di Guayaquil seguirono nei penitenziari del Paese una serie di rivolte: ne derivarono scontri violentissimi con diversi morti, con l’apice raggiunto dall’assalto armato compiuto da alcuni criminali negli studi della tv pubblica del Paese, TC Televisión, ripreso in diretta.
Per mettere un freno alle rivolte il presidente Noboa in quell’occasione dichiarò lo stato di emergenza mobilitando l’esercito per sedare le proteste nelle carceri, in molti casi controllate dalle stesse gang criminali.