Regna l'anarchia

Ecuador nel caos, rivolte in carcere e uomini armati irrompono in diretta tv: è stato di emergenza

Esteri - di Redazione

10 Gennaio 2024 alle 08:38 - Ultimo agg. 10 Gennaio 2024 alle 15:37

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Ecuador nel caos, rivolte in carcere e uomini armati irrompono in diretta tv: è stato di emergenza

Un Paese nel caos più totale tra rivolte in carcere, evasioni di narcotrafficanti, assalti di uomini armati alla tv di Stato e rapimenti di agenti di polizia. Non è un libro o un film di azione ma l’Ecuador di queste ore.

La fuga del narcotrafficante “Fito” Macias

Il Paese guidato dal presidente Daniel Noboa deve fare i conti con un primo bilancio provvisorio di otto morti seguiti alla clamorosa evasione dal carcere di Guayaquil del leader della più grande banda di narcotrafficanti del Paese: parliamo di Adolfo Macias, detto “Fito”, a capo dei Los Choneros, che nel penitenziario stava scontando una pena di 34 anni dal 2011 per criminalità organizzata, traffico di droga e omicidio.

Macias, come rivelato dall’ex ministro degli Interni José Serrano, è evaso il giorno di Natale, lo scorso 25 dicembre, durante una visita medica: da quel momento è iniziata una gigantesca caccia all’uomo che vede impiegati oltre 3mila agenti di polizia.

L’anarchia e lo stato di emergenza

Ma la fuga di Macias è stata vista come una sorta di “liberi tutti” degenerato nella violenza e nell’anarchia più totale. Altre sollevazioni e rivolte hanno coinvolto diverse carceri del Paese, alcuni agenti di polizia sono stati rapiti mentre erano in servizio in varie aree dell’Ecuador.

Ma soprattutto si è diffuso il caos. Da giorni si moltiplicano i saccheggi di massa nei centri commerciali: il presidente Noboa, eletto lo scorso ottobre, ha annunciato di aver decretato lo stato di emergenza per l’intero Paese, spedendo per strada i militari per fare fronte all’ordine pubblico. Nel decreto sul “conflitto armato interno”, che integra quello sullo stato di emergenza per 60 giorni, il presidente Noboa ha elencato la presenza sul territorio nazionale di ben 22 gruppi del crimine organizzato transnazionale, definiti come “organizzazioni terroristiche e attori non statali belligeranti”. L’articolo 3 del decreto dispone “l’immediata mobilitazione e intervento delle forze armate e della polizia sul territorio ecuadoriano per garantirne la sovranità e l’integrità”.

È in particolare sui social network che si fanno largo le scene più drammatiche: gruppi criminali paramilitari che circolano liberamente nelle strade del Paese e che sparano a vetture della polizia e diverse macchine bruciate per strada, mentre arrivano in Occidente anche notizie di tentati assalti alle Università.

L’assalto armato alla tv pubblica

Ma la scena più forte è probabilmente quella dell’assalto di uomini armati in diretta tv nello studio del canale pubblico Tc Television nella città di Guayaquil. Qui questi criminali nella giornata di martedì hanno preso in ostaggio giornalisti e tecnici. “Per favore, sono venuti per ucciderci. Dio non permettere che ciò accada. I criminali sono in onda”, ha detto all’AFP uno dei giornalisti presenti nello studio in un messaggio su WhatsApp.

Gli uomini armati hanno costretto tutti i presenti a terra minacciando di far esplodere gli ordigni che avevano con sé: la trasmissione non è stata interrotta e si sono sentiti degli spari ma dopo mezz’ora di panico le luci dello studio si sono spente e s’è solo potuto sentire l’arrivo delle forze speciali della Polizia. Secondo le ultime informazioni l’azione degli agenti è riuscita a liberare gli ostaggi e arrestare 13 aggressori.

Il bilancio provvisorio

Al momento è di 13 morti, decine di feriti e 70 arresti il bilancio delle violenze provocate dalla bande criminali che hanno compiuto la “insurrezione” e costretto il presidente Noboa a dichiarare lo stato di emergenza.

Secondo il quotidiano El Diario, le autorità ecuadoriane ancora non forniscono cifre ufficiali su vittime e violenze, per cui quelle pubblicate nelle ultime ore sono solo la somma di informazioni pubblicate attraverso fonti della polizia o delle amministrazioni locali.

di: Redazione - 10 Gennaio 2024

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