Paese fuori controllo

Chi è Fito, José Adolfo Macias Villamar: il boss dei Choneros evaso, rivolte e saccheggi in Ecuador

Faceva il tassista, si è laureato in carcere dove in cortile sono stati realizzati murales in suo onore, compariva nei corridos. È stato accusato di essere il mandante dell'omicidio del candidato alla presidenza Villavicencio. Esercito mobilitato in tutto il Paese: il Presidente Noboa ha dichiarato il "conflitto armato interno"

Esteri - di Redazione Web

10 Gennaio 2024 alle 12:26 - Ultimo agg. 10 Gennaio 2024 alle 12:27

Condividi l'articolo

FOTO DA TWITTER
FOTO DA TWITTER

José Adolfo Macias Villamar detto “Fito” era un tassista, si è laureato in giurisprudenza in carcere dove nel cortile sono stati realizzati dei murales in suo onore con disegni di armi, dollari e leoni. Avrebbe continuato a comandare anche da recluso, da detenuto dell’Istituto di massima sicurezza di Guayaquil dove stava scontando una pena a 34 anni. È fuggito, evaso, il narcotrafficante boss del cartello criminale dei Los Choneros e ha fatto perdere le sue tracce dopo che sarebbe stato avvisato di un suo trasferimento imminente in un altro carcere. E da quel momento sono esplosi durissimi scontri in tutto l’Ecuador.

Si è scatenata la violenza: nelle carceri, dove decine di agenti di polizia sono stati presi in ostaggio dai detenuti, e quindi nelle strade, con assalti a negozi, ospedali, università, saccheggi, macchine bruciate. Otto persone sono morte soltanto a Guayaquil. Il picco dell’attenzione mediatica degli scontri è stato raggiunto dopo che un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione negli studi della tv pubblica ecuadoriana TC Televisión e ha preso diversi dipendenti in ostaggio con le telecamere che hanno continuato a trasmettere quello che stava succedendo fino all’arrivo della polizia che dopo un paio d’ore è entrata nella sede dell’emittente e ha arrestato gli uomini armati.

La situazione in Ecuador

L’Ecuador si trova tra la Colombia e il Perù, i primi due Paesi produttori di cocaina al mondo. Il Rapporto globale sulla cocaina 2023 delle Nazioni Unite ha riportato che la coltivazione di cocaina tra il 2020 e il 2021 è aumentata del 35%. Stando alle stime del governo il numero delle morti violente nel 2023 è salito a 8.008, quasi il doppio rispetto al 2022. Un’escalation che il presidente centrista Daniel Noboa, imprenditore di 36 anni eletto tre mesi, sta provando a contrastare con politiche molto dure. Per esempio sta provando a riconquistare il controllo delle carceri ecuadoregne, alcune delle quali si trovano effettivamente sotto il controllo delle bande criminali – almeno un quarto delle 36 prigioni secondo esperti di sicurezza.

Il Presidente  Noboa ha dichiarato lo stato di emergenza: coprifuoco nelle ore serali – dalle 23:00 alle 5:00 – e sospensione del diritto d’assemblea per 60 giorni. Ha paragonato 22 delle più importanti bande criminali del Paese a “organizzazioni terroristiche e attori non statali belligeranti” e ordinato la “neutralizzazione” dei gruppi criminali coinvolti nel traffico di stupefacenti. Aguilas, AguilarKiller, AK47, Dark Knights, ChoneKiller,Choneros, Corvicheros, Cuartel de las Feas, Cubanos, Fatales,Gánster, Kater Piler, Lagartos, Latin Kings, Lobos, Los p .27, Los Tiburones, Mafia 18, Mafia Trébol, Patrones, R7, Tiguerones.

Martedì il presidente ha dichiarato anche il “conflitto armato interno”, una decisione che prevede la mobilitazione dell’esercito in tutto il Paese. Chiusi negozi, scuole, uffici pubblici. Le scuole rimarranno chiuse almeno fino a venerdì. Evacuazione immediata del Parlamento e di tutti gli uffici pubblici della capitale Quito. Sarebbe intanto evaso almeno un altro capo criminale, Fabricio Colón Pico Suárez, boss dei Los Lobos accusato dalla procuratrice generale Diana Salazar di volerla uccidere. Il Dipartimento di Stato americano ha dichiarato di essere “estremamente preoccupato” dalla situazione.

 

Chi è Fito, il boss dei Choneros

José Adolfo Macias Villamar è considerato il signore della droga più pericoloso dell’Ecuador. È il capo dei Choneros, un gruppo composto da circa ottomila uomini che al momento secondo osservatori starebbe attraversando un momento di crisi. I Choneros sono passati dalla criminalità tradizionale, con atti di pirateria in alto mare, al livello più alto del narcotraffico con contatti con gruppi messicani e dei Balcani. Sui social si autorappresentano come dei benefattori, minacciano i giornalisti e altre gang.

Fito ha 44 anni. Si trova al vertice dell’organizzazione dal 2020, quando vennero uccisi i suoi sodali Jorge Luis Zambrano e Junior Roldan. Arrestato nel 2011, stava scontando una pena di 34 anni di reclusione. È stato accusato anche di essere stato il mandante dell’assassinio del candidato alla Presidenza Fernando Villavicencio, ucciso a colpi di pistola lo scorso agosto, in piena campagna elettorale, da un sicario colombiano. Il presidente Guillermo Lasso ordinò il trasferimento in un altro carcere di Fito con un’enorme operazione che aveva coinvolto circa quattromila persone tra soldati e poliziotti.

 

Dopo il ricorso dei suoi avvocati, Fito era stato riportato nel carcere dove si trovava prima del trasferimento, il regionale di Guayaquil, dove pare esercitasse “un notevole controllo interno sulla prigione” da quanto si legge in un rapporto della Commissione Interamericana dei Diritti Umani (IACHR) che denunciava trattamenti di favore per il boss dei Choneros. In un video lo si vedeva festeggiare con musicisti e fuochi d’artificio. Ha registrato anche un corrido, canzoni popolari che in America Centrale e in Sudamerica vengono realizzate in onore dei narcos, “El corrido del Leon” interpretato da un mariachi e da sua figlia. Fito appariva con un grande cappello, mentre accarezzava un gallo da combattimento e ripeteva al governo che non aveva il controllo del carcere.

Chi sono i Choneros

La Procura ha aperto un’indagine contro due funzionari carcerari “che lo avrebbero aiutato a fuggire” domenica scorsa. Fito era già evaso nel 2013, quando era stato catturato di nuovo dopo tre mesi di latitanza. Il governo di Quito ritiene che il narcos potrebbe essere fuggito qualche ora prima dell’intervento della polizia nella prigione regionale. Le autorità hanno aspettato 15 ore prima di rivelare la fuga. Secondo Insight Crime, gli ultimi cambiamenti nella leadership di Los Choneros “hanno innescato lotte intestine all’interno del gruppo e dei suoi sottogruppi” e la banda avrebbe “progressivamente perso il potere a favore di un’alleanza guidata da Los Lobos”. Bande come Tiguerones e Chone Killers si sarebbero staccate e sarebbero entrate in conflitto tra loro.

10 Gennaio 2024

Condividi l'articolo