Caos in Medio Oriente

Tregua violata tra Iran e Israele, Trump mediatore infuriato tra le parti: “Non sanno cosa ca..o stanno facendo”

Esteri - di Redazione

24 Giugno 2025 alle 10:28

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President Donald Trump speaks with reporters before boarding Marine One on the South Lawn of the White House, Tuesday, June 24, 2025, on his way to The Hague, to join world leaders gathering in the Netherlands for a two-day NATO summit. The Washington Monument stands rear center. (AP Photo/Evan Vucci)

Associated Press/LaPresse
President Donald Trump speaks with reporters before boarding Marine One on the South Lawn of the White House, Tuesday, June 24, 2025, on his way to The Hague, to join world leaders gathering in the Netherlands for a two-day NATO summit. The Washington Monument stands rear center. (AP Photo/Evan Vucci) Associated Press/LaPresse

La tempesta prima della quiete. La rappresaglia iraniana contro le basi militari statunitensi nel Medio Oriente, in particolare quella di Al Udeid, sembra esser stata una farsa per consentire al regime dell’Ayatollah Ali Khamenei di rivendicare la “vendetta” dopo l’offensiva israeliana e americana e dichiarare chiuso il conflitto.

A mettere la parola fine, se la tregua dovesse reggere nelle prossime ore e giorni, è stato però Donald Trump. Il presidente Usa dopo aver incassato l’attacco iraniano sul Al Udeid, la più grande base statunitense nel Medio Oriente, solamente 14 missili che non hanno provocato morti e feriti, ha dichiarato che Israele e Iran hanno accettato un cessate il fuoco “completo e totale”.

L’annuncio è arrivato intorno alla mezzanotte sul suo social Truth, in cui aveva sottolineato che sarebbe entrato in vigore alle sei del mattino italiane. Sei ore, secondo Trump, che sarebbero servite ai due Paesi per concludere le operazioni in corso, cosa effettivamente avvenuta con reciproci bombardamenti. A Be’er Sheeva, la città nel sud di Israele già duramente colpita dallo scoppiare del conflitto, sei civili sono morti nel bombardamento iraniano di un palazzo residenziale. Dall’altra parte una serie di raid israeliani hanno ucciso nove persone nella provincia di Gilan, nel nordovest dell’Iran: sarebbe stato colpito un palazzo residenziale.

Il cessate il fuoco di Trump

Trump ha scritto che da lì in poi il cessate il fuoco prevederà due fasi di 12 ore ciascuna: dovrà cominciarlo l’Iran e poi seguirà Israele. Il presidente ha sostenuto che alla scadenza, trascorse dunque in tutto 24 ore (e cioè alla mezzanotte statunitense, le 6 del mattino di mercoledì), “la guerra sarà considerata conclusa” dopo 12 giorni di combattimenti (per questa ragione dovrebbe venire chiamata “guerra dei 12 giorni”, ha aggiunto).

Se l’Iran rispetterà l’accordo nelle prime 12 ore, quindi fino alle 18 di martedì, anche Israele si impegnerà a sospendere gli attacchi per altre 12 ore, quindi fino alle 6 di mercoledì. A quel punto, se entrambe le parti avranno rispettato gli accordi, Trump dice che la guerra sarà “finita”.

Che qualcosa stesse “bollendo in pentola” era emerso chiaramente dai primi commenti dello stesso Trump dopo gli attacchi iraniani contro la base di Al Udeid: invece di condannare i raid e minacciare ritorsioni, il presidente Usa aveva detto che era arrivato “il momento della pace” e che avrebbe incoraggiato l’Iran e Israele a intraprendere negoziati per un accordo.

Dopo le otto del mattino, ora italiana, l’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha di fatto confermato di aver accettato il cessate il fuoco: il governo di Israele ha rivendicato l’eliminazione della minaccia dei missili balistici e nucleari iraniani e annunciato che risponderà a qualsiasi violazione degli accordi da parte dell’Iran.

La tregua violata

Tregua fragilissima, perché già intorno alle 10 del mattino di martedì 24 giugno si sono attivate per alcuni minuti le sirene di allarme nel nord di Israele per la minaccia di missili iraniani, dunque in violazioni degli accordi, salvo poi dichiarare rientrato l’allarme.

Durissima la replica da Tel Aviv, col ministro della Difesa Israel Katz che ha reso noto di aver “dato istruzioni alle forze israeliane (Idf) di rispondere con forza alla violazione da parte dell’Iran del cessate il fuoco con potenti attacchi contro obiettivi del regime nel cuore di Teheran”.

La tv di Stato iraniana ha detto che la notizia del lancio dei missili contro Israele dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco è falsa: il regime ha respinto le affermazioni israeliane tramite l’emittente Irib e l’agenzia di stampa Isna.

Gli interventi di Trump

Sul reciproco scambio di accuse e smentite è intervenuto colui che si è accreditato come artefice della tregua, ovvero Donald Trump. Il presidente Usa ha detto ai giornalisti alla Casa Bianca che entrambi i Paesi hanno violato l’accordo per il cessate il fuoco, non specificando quali sarebbero le “infrazioni” e soprattutto se a questo punto gli accordi possano essere considerati falliti.

Trump ha detto di essere particolarmente contrariato da quelle compiute da Israele, e in un messaggio su Truth ha ordinato al Paese di “NON SGANCIARE QUELLE BOMBE”, cioè non bombardare l’Iran come ritorsione, cosa che sarebbe una “GROSSA VIOLAZIONE” degli accordi. Dalla Casa Bianca ha poi utilizzato toni durissimi nei confronti dei due Paesi: “In pratica abbiamo due paesi che hanno combattuto così duramente e così a lungo che non sanno cosa cazzo stanno facendo, lo capite?”, andandosene senza rispondere ad altre domande rivolte dai cronisti alla Casa Bianca.

Sempre su Truth, Trump ha poi assicurato che “Israele non attaccherà l’Iran” e che “il cessate il fuoco è in vigore”.

Conferme in tal senso arrivano dall’ufficio stampa del premier israeliano Netanyahu dopo il colloquio avuto con Trump: un confronto a dir poco acceso in cui in sostanza Netanyahu ha ottenuto il via libera statunitense ad un ultimo raid “simbolico” come risposta alla violazione del cessate il fuoco da parte dell’Iran, ovvero il presunto lancio di due missili balistici avvenuto questa mattina dopo l’inizio della tregua. L’aeronautica di Israele ha infatti colpito un attacco a nord di Teheran, contro un radar iraniano. Israele avrebbe infatti rinunciato a un attacco più duro contro l’Iran dopo i colloqui tra Netanyahu e Trump. “Durante la conversazione, il presidente Trump ha espresso il suo immenso apprezzamento per Israele, che ha raggiunto tutti gli obiettivi della guerra. Il presidente ha anche espresso la sua fiducia nella stabilità del cessate il fuoco”, ha fatto sapere l’ufficio di Netanyahu spiegando che “Israele ha rinunciato a ulteriori attacchi”.

di: Redazione - 24 Giugno 2025

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