Gli scenari negli USA
Attacco Usa in Iran, Trump a rischio impeachment per non aver chiesto l’ok del Congresso: i precedenti dal Vietnam ad Afghanistan e Iraq

Donald Trump doveva passare dal Congresso prima di sferrare l’offensiva sui siti nucleari iraniani? Negli Stati Uniti è esploso il dibattito, e le polemiche, dopo i bombardamenti compiuti dai B-2 Usa su Fordow, Natanz e Esfahan, i tre principali siti in cui la Repubblica Islamica sta sviluppando il suo programma nucleare e dove, secondo Israele, starebbe progettando la costruzione di armi nucleari.
L’attacco Usa, che rischia ovviamente di scatenare un conflitto regionale per una possibile reazione iraniana, mettendo a rischio il vasto numero di soldati statunitensi nell’area, ha generato le proteste del Partito Democratico Usa.
L’accusa a Trump è che, come stabilito dalla legge, il potere di fare guerra a un altro paese spetta al Congresso: il presidente prima di autorizzare i bombardamenti avvenuti nella notte italiana avrebbe dunque dovuto ottenere un voto favorevole della Camera e del Senato prima di ordinare gli attacchi, circostanza a rischio visto il numero di esponenti dell’area MAGA contrari ad un intervento Usa in Iran. In particolare l’Articolo I, Sezione 8, Clausola 11 della Costituzione degli Stati Uniti conferisce al Congresso il potere di “dichiarare guerra”: il presidente ha il potere di dirigere le forze armate dopo una dichiarazione di guerra approvata dal Congresso in base all’Articolo II, Sezione 2 della Carta, che prevede una cooperazione tra il leader della Casa Bianca e il Congresso in materia di affari militari.
Allo stesso tempo però il presidente Usa, come “Commander in chief” dell’esercito, ha anche il potere di intervenire direttamente in un conflitto senza passare dal Congresso, ma solo se esiste una minaccia diretta nei confronti degli Stati Uniti.
È su questo che si gioca la legittimità del comportamento della Casa Bianca: quanto era imminente per gli Stati Uniti la minaccia rappresentata dal programma nucleare iraniano, che anche l’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, aveva largamente ridimensionato?
Non solo. L’attacco Usa contro i siti nucleari di Fordow, Natanz e Esfahan sono a tutti gli effetti un atto di guerra contro l’Iran o “semplicemente” attacchi mirati come quelli compiuti da mesi contro i ribelli sciiti Houthi in Iran, o come l’assassino nel 2020 del generale iraniano Suleimani in Iraq?
Nel recente passato diversi presidente Usa hanno avviato operazioni militari senza l’esplicito consenso del Congresso, e per questo non sono considerate guerre “ufficiali” da Washington: tra questi ci sono la guerra di Corea, il conflitto in Vietnam, l’operazione Desert Storm contro Saddam Hussein, la guerra in Afghanistan del 2001 e quella in Iraq del 2003. Anche per questo, ricorda Il Fatto Quotidiano, nel 1973 il Congresso dopo il disastroso invio di truppe in Vietnam approvò la War Powers Resolution che impone al presidente una serie di obblighi tra cui quelli di comunicare al Congresso l’invio di truppe entro 48 ore e di ritirare tutte le truppe dopo 60 giorni nel caso in cui Capitol Hill non abbia concesso una proroga.
È su queste basi che si gioca il dibattito su un possibile impeachment del presidente, oltre a ricorsi in tribunale e accuse di incostituzionalità. A parlare apertamente di impeachment è stata Alexandria Ocasio-Cortez, deputata Dem dell’area socialista: AOC, come viene chiamata dai media Usa, ha definito la decisione di Trump di colpire l’Iran senza l’ok del Congresso “assolutamente e chiaramente un motivo per sottoporre il presidente ad impeachment“. “La disastrosa decisione del presidente di bombardare l’Iran senza autorizzazione è una grave violazione della Costituzione e dei poteri di guerra del Congresso”, ha scritto la deputata democratica su X.
Il primo esponente dell’opposizione a reagire è stato però il senatore del Vermont Bernie Sanders, volto storico della sinistra. Sanders stava tenendo un comizio a Tulsa, in Oklahoma, quando è stato informato sul palco dell’attacco statunitense in Iran. “È gravemente incostituzionale. L’unica entità che può portare questo Paese in guerra è il Congresso degli Stati Uniti. Il presidente non ne ha il diritto”, ha dichiarato Sanders, mentre dal pubblico si alzava il coro “No more war” (Basta con la guerra, ndr).
Ma al coro dei Dem si è unito anche il deputato repubblicano del Kentucky Thomas Massie, che nei giorni scorsi aveva presentato alla Camera una risoluzione per chiedere a Trump di ottenere l’autorizzazione del Congresso e che in un post su X ha definito “incostituzionali” i bombardamenti Usa in Iran.