Austria
Chi era Artur A., il 21enne autore della strage nella scuola di Graz: il bullismo, la vendetta, le vittime, la bomba artigianale
Avrebbe lasciato un video d'addio alla madre annunciando la sparatoria. Ha cominciato a sparare da quella che era la sua aula. Braccato dalle forze speciali Cobra, si è ucciso nei bagni
Cronaca - di Redazione Web

Prima di imbracciare le armi e recarsi presso la sua ex scuola, secondo il quotidiano Heute, il 21enne autore della strage di Graz avrebbe inviato un video d’addio alla madre annunciando la sparatoria. Avrebbe anche aggiunto di aver agito “di sua spontanea volontà”. Si chiamava Artur A., nessun precedente di polizia, armi regolarmente detenute con regolare porto secondo quanto verificato finora. Ha fatto irruzione nella scuola e aperto il fuoco, ha ucciso dieci persone cominciando a sparare proprio dall’aula che era stata la sua quando frequentava l’Istituto. Esclusi moventi politici o ideologici.
La donna avrebbe visto il video del figlio soltanto 24 minuti dopo, quando ha chiamato la polizia gli agenti erano già sul posto, alla scuola Borg di Graz. Almeno una quarantina i colpi esplosi con una pistola semiautomatica e un fucile a pompa in due classi, compresa quella che aveva frequentato lui stesso. Delle dieci vittime, nove erano bambini e adolescenti di età compresa tra i 15 e i 17 anni oltre a un’insegnante della scuola deceduta in ospedale. Adesso il dibattito, in Austria, si sta concentrando sull’opportunità più o meno agevole di ottenere il porto d’armi, che comunque dovrebbero essere custodite in casa e non portate in luoghi pubblici. Secondo dati ministeriali aggiornati ad aprile, in Austria sono registrate circa 1,5 milioni di armi, legalmente detenute da circa 370.000 persone.
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Nessuna spiegazione o movente nel video che il ragazzo avrebbe inviato alla madre. Non è chiaro nemmeno se le vittime siano state scelte causalmente o meno. Artur A. non aveva mai completato il corso di studi. Nel corso delle perquisizioni nell’abitazione dove viveva il giovane, sono state rinvenuti un biglietto d’addio in formato sia analogico che digitale e una bomba artigianale a tubo non funzionante. Già dalle prime indiscrezioni e ricostruzioni si apprendeva di un ragazzo che si considerava vittima di bullismo nei suoi due anni di ginnasio, anche se la polizia non ha ancora confermato.
La polizia al momento sta ricostruendo la dinamica della strage. Ancora da perquisire smartphone e pc del 21enne. Si sa però che non aveva i social, niente precedenti penali. Si era iscritto l’anno scorso a un centro per l’impiego locale dove aveva frequentato un corso. Aveva preso il porto d’armi per la sua Glock e per il suo fucile, permesso che si ottiene dopo una perizia psicologica e un corso di maneggio sicuro dell’arma. Il quotidiano Der Standard lo ha definito “un fantasma”. Non è chiaro come il 21enne sia entrato nell’Istituto. Si è ucciso nei bagni della scuola braccato dalle forze speciali Cobra.
Sono una trentina intanto i feriti nella sparatoria, alcuni in gravi condizioni. L’Associazione Ospedaliera della Stiria (KAGes), ha fatto sapere che alcuni sono in terapia intensiva, altri sono stati trasferiti in reparto nei diversi ospedali in cui sono stati ricoverati. “Sono necessari interventi chirurgici di follow-up per due di loro, una persona con lesioni al volto e un’altra con una lesione al ginocchio”. Gerald Deutschmann, il presidente del Parlamento Regionale della Stiria, il land austriaco dove si trova Graz, ha ordinato al Parlamento Regionale della città teatro della strage nella scuola di esporre le bandiere scure in segno di cordoglio. Proclamati in tutta l’Austria tre giorni di lutto nazionale.