Indagata l'equipe
Roma, muore dopo intervento di liposuzione: indagato il medico Josè Lizarraga Picciotti, studio da 13 anni senza autorizzazioni

Ai suoi clienti prometteva “il miglior prezzo del mercato italiano senza abbassare la qualità/sicurezza in ciascun intervento”. Era questa “l’assicurazione” che veniva fatta ai clienti dell’ambulatorio con sede in via Roncati, nel quartiere di Torrevecchia di Roma, vicino a Primavalle, gestito dal medico peruviano Josè Lizarraga Picciotti.
A lui si era rivolto Ana Sergia Alcivar Chenche, 46 anni, ecuadoriana, ma nel corso dell’intervento di chirurgia estetica di liposuzione svolto nel pomeriggio di domenica 8 giugno nello studio di Lizarraga Picciotti qualcosa è andato storto.
La donna si è sentita male nel corso dell’intervento: stando a quanto ricostruito dagli inquirenti il medico, l’anestesista e l’infermiera avrebbero provato in un primo tempo a praticare le manovre di rianimazione, senza chiamare il 118, e solo successivamente, dopo qualche ora, avrebbero contattato un’autombulanza privata con un medico a bordo. Ana Sergia Alcivar Chenche è stata così trasportata al pronto soccorso del Policlinico Umberto I, dove è morta nella notte tra domenica e lunedì per le complicazioni seguite all’intervento effettuato nella clinica del medico peruviano.
Per questo Josè Lizarraga Picciotti è stato iscritto nel registro degli indagati assieme alla sua equipe: l’ambulatorio di via Roncati è stato sottoposto a sequestro e, primi accertamenti, è risultato privo di autorizzazioni da ben 13 anni.
L’ambulatorio, allestita in un appartamento, aveva ottenuto l’ultima autorizzazione valida, della durata di cinque anni, nel 2007. Lizarraga Picciotti inoltre, riferisce Repubblica, avrebbe precedenti per lesioni riguardo ad interventi avvenuti nel 2006 e nel 2018: era stato denunciato da pazienti che si erano sottoposte a liposuzione e interventi di chirurgia estetica.
Si tratta dell’ennesimo caso di “morte sospetta” a Roma, la terza vittima di interventi estetici. A novembre scorso c’era stato il caso di caso di Margaret Spada, la 22enne di origini siciliane morta dopo una rinoplastica eseguita dai chirurghi Marco e Marco Antonio Procopio nel loro studio all’Eur, mentre a marzo la vicenda di Simonetta Kalfus, 62enne di Ardea, morta in seguito a una grave sepsi dopo la liposuzione in uno studio privato e operata dal chirurgo Carlo Bravi, finito più volte sotto indagine per interventi errati.