Il piano di Netanyahu nella Striscia
Cosa sono le “forze popolari”, le milizie palestinesi anti-Hamas “create” da Israele a Gaza

Prima ha finanziato Hamas nell’ottica di ostacolare e indebolire l’Anp, l’Autorità Palestinese di Mahmoud Abbas (più noto come Abu Mazen) unico reale organismo politico palestinese in grado di spendersi a livello internazionale per raggiungere la soluzione dei “due Stati”, oggi crea dal nulla una milizia per contrastare il gruppo radicale islamico nella Striscia di Gaza.
È la strategia messa in campo da Benjamin Netanyahu e dallo Shin Bet, l’intelligenze israeliana che si occupa della sicurezza interna. Una circostanza ad oggi non smentita dall’ufficio politico di Netanyahu: “Israele – si legge in una nota – sta lavorando per sconfiggere Hamas con vari mezzi, sulla base delle raccomandazioni di tutti i vertici dell’apparato di sicurezza”.
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La milizia si fa chiamare “servizio antiterrorismo” o “forze popolari” ed è formata da un centinaio di uomini guidati da Yasser Abu Shabab, membro un potente clan beduino della tribù Tarabin, presente nella Striscia di Gaza, nel Negev e nel Sinai. La milizia opera principalmente nell’area di Rafah, al confine sud della Striscia di Gaza con l’Egitto, area che dal 7 ottobre ad oggi è stata devastata dai bombardamenti israeliani.
Plurime fonti ai media israeliani, di ogni orientamento, confermano che l’IDF ha fornito fucili e mitragliatrice alla milizia in chiave anti-Hamas, anche se il “fronte popolare” tramite pagine social riconducibili alla milizia negano di aver ottenuto aiuti dallo Stato ebraico.
Yasser Abu Shabab ha 32 anni e, almeno secondo l’ex ministro israeliano Avigdor Liberman, di estrema destra ma nemico giurato di Netanyahu, sarebbe legato allo Stato Islamico: i miliziani sarebbero criminali che, per darsi una sorta di “agibilità”, hanno aderito all’ideologia salafita, che professa una versione rigida dell’Islam. Il sito del giornale israeliano Yedioth Ahronoth scrive invece che in passato Yasser Abu Shabab sarebbe stato arrestato da Hamas, ma che sarebbe scappato dopo che una bomba israeliana aveva colpito il centro di Hamas dove lui era rinchiuso.
Pubblicamente, nei video diffusi sui social, Yasser Abu Shabab non nasconde che la milizia è stata creata per contrastare Hamas, per proteggere i civili palestinesi “dal terrore del governo di fatto di Hamas” e dai “ladri di aiuti”. In realtà lo stesso Yasser Abu Shabab sarebbe stato arrestato per diverse attività criminali, tra cui furto e droga, oltre a essersi reso responsabile lo scorso anno del saccheggio di diversi camion di aiuti umanitari.
D’altra parte il malcontento nella Striscia contro Hamas è reale e vasto, sfruttato in questo caso da Israele, col suo sostegno alle “forze popolari”, per ripetere quanto già fatto dallo Stato ebraico 40 anni: già all’epoca infatti la formazione di Hamas non venne ostacolata da Gerusalemme nell’ottica di contrasto a Fatah, il movimento laico che di fatto controlla l’Anp e che all’epoca era il principale nemico di Israele.
Il via libera alla creazione della milizia di Yasser Abu Shabab sarebbe arrivato quando a capo dello Shin Bet c’era l’ormai ex direttore Ronen Bar, poi cacciato da Netanyahu. Il primo ministro israeliano ha quindi approvato il piano senza farlo passare per il voto del gabinetto di sicurezza: il timore, secondo i media israeliani, è che i ministri dell’ultradestra religiosa avrebbero bocciato il piano per non consegnare armi ai palestinesi.