La procura aveva chiesto l'archiviazione
Perché per il figlio di Ignazio La Russa è stato chiesto il processo per revenge porn
Leonardo Apache, figlio del presidente del Senato, e l’amico Gilardoni accusati di aver inviato video a contenuto sessualmente esplicito della stessa ragazza che poi li denuncerà per violenza
Cronaca - di Frank Cimini

Se per l’accusa di violenza sessuale la procura di Milano aveva chiesto l’archiviazione, va in modo opposto il fascicolo che ipotizza il reato di Revenge porn per Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato e per il suo amico Tommaso Gilardoni. Al centro della vicenda c’è l’invio di un video a contenuto sessualmente esplicito destinato a rimanere privato che ritraeva la ragazza ospitata quella notte 19 maggio 2023 dopo una serata in discoteca a casa La Russa, la stessa che poi denuncerà di essere stata violentata.
Alla richiesta di processo, che dovrà essere valutata in sede di udienza preliminare la procura di Milano allega alcune fonti di prova tra le quali le copie forensi sui cellulari, la consulenza tecnica informatica redatta dalle esperte incaricate dai pm, Maria Pia Izzo e Antonia Balzarotti. Per quanto riguarda l’accusa di violenza sessuale se ne parlerà il 25 settembre davanti alla giudice delle indagini preliminari Rossana Mongiardo. La ragazza che aveva presentato denuncia contro il figlio di La Russa e il suo amico si oppone alla richiesta di archiviazione. Per la procura “al di là della profonda superficialità e volgarità” con cui i due giovani avevano trattato la ragazza, “dall’analisi dei filmati non emerge la prova che abbiano tentato di sfruttare la condizione di inferiorità della loro coetanea”. Secondo il legale della ragazza invece c’era uno stato di alterazione tale da inficiarne la possibilità di autodeterminarsi.
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Sulle motivazioni della richiesta di archiviazione c’erano state polemiche da parte di chi faceva notare come la procura avrebbe dovuto evitare di dare ‘giudizi morali e etici’ sul comportamento dei due maschi, circostanze ritenute assolutamente estranee alla questione della responsabilità penale. A Gilardoni viene contestato un episodio dell’agosto successivo. Il giovane avrebbe inoltrato sempre senza consenso della ragazza e su whatsapp ad un amico organizzatore della festa Eclipse un altro video di quella notte. La richiesta di archiviazione per il reato più grave ha ridimensionato la vicenda a livello giudiziario ma non certo a livello mediatico a causa del cognome di uno dei due imputati. Il caso continua a destare clamore. Resta tutto aperto il problema del Revenge porn, segno di tempi ultratecnologici che viviamo e di un fenomeno molto diffuso tra gli adolescenti che ben difficilmente potrà essere arginato dai risvolti penali.