Il caso e l'inchiesta
Perché i magistrati hanno chiesto l’archiviazione per La Russa Jr.
Dopo due anni chiuse le indagini, si va verso la richiesta di rinvio a giudizio per revenge porn: il figlio del presidente del Senato e l’amico dj Gilardoni avrebbero diffuso immagini sessualmente esplicite senza il consenso della ragazza. La parola al gip
Cronaca - di Frank Cimini

Almeno per adesso il caso si ridimensiona. La procura di Milano dopo circa un due anni di indagini ha chiesto di archiviare l’accusa di violenza sessuale contestata a Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato e all’amico dj Tommaso Gilardoni. Per entrambi però sono state chiuse le indagini preliminari contestando il reato di revenge porn perché in due distinti episodi avrebbero diffuso tra una cerchia di amici immagini sessualmente esplicite senza il consenso della ragazza, la stessa che aveva denunciato lo stupro.
“Dopo uno scrupoloso e dettagliato esame di ogni aspetto di questa vicenda la decisione dei magistrati inquirenti di chiedere al gip l’archiviazione dell’accusa di violenza sessuale mi conforta nell’ideatore che ho sempre espresso sulla estraneità di. Io figlio a fatti che hanno suscitato un grande clamore mediatico” dice in una nota Ignazio La Russa. Sulla richiesta di archiviazione alla quale si opporranno gli avvocati della parte offesa deciderà il gip che potrà accogliere la tesi dei pm, ordinare nuove indagini della durata di qualche mese oppure l’imputazione coatta. Per quanto riguarda l’accusa di revenge porn la chiusura delle indagini prepara la richiesta di rinvio a giudizio sulla quale gli avvocati del figlio del senatore si dicono pronti a confrontarsi tranquillamente con i pm come già avvenuto per il reato più grave.
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La procura di Milano contesta due distinti episodi e non in concorso tra loro dei due ragazzi. La ragazza aveva denunciato di essersi risvegliata a casa di Apache La Russa dopo la serata in discoteca dove si era incontrata con il figlio del senatore che conosce da tempo. La ragazza, 22 anni al momento dei fatti si disse convinta di aver subito abusi. I due giovani hanno sempre parlato di rapporti consenzienti. Secondo la procura che in due anni ha sentito decine di testimoni non ci sarebbero gli elementi tra i quali il dolo per arrivare a un eventuale processo per violenza. Anche una perizia medico tossicologica sui capelli della ragazza in relazione a un presunto uso di droga dello stupro non sarebbe risultata decisiva in senso accusatorio.
Le immagini al centro dell’accusa di revenge porn sarebbero state diffuse nell’agosto successivo ai fatti. “Nelle immagini – dice la procura – non emerge la priva di alcun comportamento di induzione diretto allo sfruttamento della condizione di inferiorità della ragazza per carpirne un consenso un atto induttivo che deve essere distinto è antecedente all’atto sessuale”. I pm spiegano però che “i due indagati denotano una profonda superficialità e volgarità nelle modalità di concepire e trattare una ragazza che viene passata da uno all’altro”. Per i pm “vi è traccia di una partecipazione consapevole da parte di una ragazza che conversa in maniera pertinente con gli indagati si muove in maniera autonoma e compie attivamente atti sessuali”.