La partita diplomatica
Ucraina, il Cremlino respinge il trilaterale Zelensky-Putin-Trump: Mosca vuole condizioni durissime per la pace

Nonostante i furiosi bombardamenti russi sull’Ucraina, da Kiev continuano ad arrivare segnali di apertura nei confronti del Cremlino per un nuovo round di negoziati per arrivare ad una tregua nel conflitto in corso ormai da oltre tre anni.
In favore di nuovi negoziati si è speso oggi in prima persona il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha chiesto ufficialmente un incontro trilaterale con Donald Trump e Vladimir Putin per arrivare alla pace, chiedendo al contempo al presidente degli Stati Uniti, sempre più contrariato col Cremlino, di imporre nuove sanzioni contro Mosca.
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“Siamo pronti per il formato Trump-Putin-me”, ha dichiarato oggi Zelensky. “Se Putin non è a suo agio con un incontro bilaterale, o se tutti vogliono un incontro trilaterale, non mi interessa. Sono pronto a qualsiasi formato“, ha aggiunto. Zelensky ha continuato: “Ci aspettiamo sanzioni da parte degli Stati Uniti”, soprattutto contro “il settore energetico e il sistema bancario” della Russia, poiché Mosca non ha ancora accettato la proposta di un cessate il fuoco.
Parziali conferme su nuovi negoziati, ma non nel formato proposto da Kiev, arrivano anche dalla Russia. Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha assicurato che a breve sarà annunciata la data del prossimo round di colloqui tra Russia e Ucraina. “Nei colloqui che si sono tenuti a Istanbul il 16 maggio abbiamo insistito sull’abrogazione delle leggi discriminatorie che limitano l’uso della lingua russa, e continueremo a farlo nel prossimo round di negoziati diretti che annunceremo a breve”, ha detto Lavrov al tredicesimo incontro internazionale degli alti rappresentanti per le questioni di sicurezza. Formato che tra l’altro non prevede un incontro tra Putin e Zelensky, un vertice che potrà avvenire solo dopo “accordi specifici” sugli argomenti in discussione, ha specificato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
Round che non si dovrebbero tenere in Svizzera, come auspicato dall’Ucraina, che aveva proposto “siti neutrali” come il Paese elvetico, Vaticano o Turchia come luoghi per ospitare i negoziati tra le parti. Se infatti il presidente ucraino Zelensky ha rifiutato la possibilità di negoziare con la Russia in Bielorussia, storico alleato di Putin, da Mosca arriva invece lo stop all’ipotesi di Ginevra. La Svizzera, secondo il Cremlino, non può essere considerato un Paese neutrale: “Data la politica della Svizzera non più neutrale, Ginevra non può fungere da piattaforma” per i negoziati, ha affermato una fonte del Cremlino all’agenzia di stampa russa Tass.
Al centro di questi futuri colloqui vi saranno condizioni durissime da parte russa per arrivare ad una fine del conflitto. La “piattaforma” proposta da Putin, secondo quanto riferisce la Reuters, prevede che i leader occidentali si impegnino per iscritto a fermare l’allargamento della Nato verso est, escludendo dunque l’Ucraina ma anche Georgia e Moldavia, e a revocare una parte delle sanzioni alla Russia.
Ovviamente viene ribadita poi da parte russa la rivendicazione totale della Crimea, già annessa illegalmente nel 2014, e delle quattro regioni dell’Ucraina orientale annesse da Mosca ma controllate soltanto in parte dall’esercito russo.