Nessuna svolta ma neanche rottura

Colloqui di pace, a Istanbul minacce e insulti: i negoziati tra Mosca e Kiev finiscono con un nulla di fatto

L’unico risultato concreto del vertice è stato l’accordo di scambio di mille prigionieri, per il resto Mosca e Kiev se le sono date di santa ragione. Trump serafico: “Putin devo incontrarlo io”

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

17 Maggio 2025 alle 07:00

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Murat Gok/Turkish Foreign Ministry via AP
Murat Gok/Turkish Foreign Ministry via AP

Alla fine, forse per non infastidire troppo il tycoon di Washington, nessuno se l’è sentita di sbattere la porta e andarsene. Nessuna svolta ma neanche rottura definitiva. Lo scambio dei prigionieri, mille per ciascuna parte, è il risultato più sostanzioso, al momento, dell’incontro di Istanbul tra le delegazioni turca e ucraina, un’ora di faccia a faccia mediato dalla Turchia (che anche fisicamente separava i due tavoli opposti sormontati dalle rispettive bandiere) negli uffici presidenziali del Palazzo Dolmabahçe, il primo dal 2022 alla presenza di un’alta rappresentanza turca.

Vladimir Medinsky, a capo della delegazione russa che ha incontrato quella ucraina, ha dichiarato che “di norma guerra e negoziati si svolgono sempre contemporaneamente” e chi sostiene che “debba esserci prima un cessate il fuoco non conosce la storia”. Lo riporta l’agenzia Interfax citando dichiarazioni rilasciate da Medinsky alla tv di Stato russa. “Quello che molti dicono ora è che presumibilmente debba esserci prima un cessate il fuoco, e che sia sempre stato così, 30 giorni, 60 giorni, non importa. Questo è ciò che dice chi non conosce affatto la storia. Di norma, come diceva Napoleone, guerra e negoziati si svolgono sempre contemporaneamente”. Nei colloqui di Istanbul le delegazioni russa e ucraina hanno concordato che ciascuna delle parti presenti «la propria visione di un possibile cessate il fuoco» e hanno ritenuto «opportuno continuare i negoziati», ha aggiunto Medinsky.

La priorità principale della delegazione ucraina nei colloqui ha riguardato “le persone” e in questo senso l’accordo per lo scambio di 1.000 prigionieri è stato un “risultato importante” che “dimostra che siamo concentrati nel portare a termine questa guerra”. Lo ha detto il caponegoziatore ucraino Umerov al termine dei colloqui di Istanbul, come riporta il Guardian. Il secondo obiettivo di Kiev, ha aggiunto, era di discutere un cessate il fuoco, e su questo entrambe le parti “hanno scambiato alcune modalità” su come arrivare alla tregua e le squadre stanno ora lavorando per “scambiarsi i dettagli”. Il portavoce del Ministero degli Esteri ucraino, Heorhii Tykhyi, ha poi ribadito che la delegazione russa “ha espresso una serie di cose che riteniamo inaccettabili” durante i colloqui a Istanbul. E che i mediatori di Kiev hanno gestito la situazione “con calma” e hanno illustrato le loro posizioni.

Fin qui le dichiarazioni ufficiali. Ma quello che dà il segno dei colloqui, e induce al pessimismo, sono le rivelazioni off the records. Secondo indiscrezioni, la delegazione russa guidata da Medinsky ha messo sul tavolo la cessione a Putin del Donetsk, di Lugansk, di Zaporizhzha, di Kherson e ovviamente della Crimea, che fu annessa nel 2014 dopo un blitz armato e un referendum farsa. Gli ucraini, che avevano pronta una bozza per il cessate il fuoco, non si sono alzati. Ma hanno detto che l’inaccettabile non era in agenda. Cinque regioni già invase da mollare, la proposta di Mosca: così, senza obbiettare e prendendo atto di una vittoria militare che il Cremlino considera ormai assodata. La Russia ha minacciato l’Ucraina di “guerra eterna” durante i colloqui di Istanbul. Lo ha riferito a Sky News una fonte della delegazione di Kiev. La stessa fonte ha affermato che i russi non erano pronti a discutere i dettagli tecnici di un cessate il fuoco e stavano aspettando l’approvazione “dei superiori”.

Ho parlato con il presidente Donald Trump insieme al presidente Macron, al cancelliere federale Merz, ai primi ministri Starmer e Tusk. Abbiamo discusso dell’incontro di Istanbul. L’Ucraina è pronta a compiere i passi più rapidi possibili per portare una vera pace, ed è importante che il mondo assuma una posizione forte.” Lo scrive su X Volodymyr Zelensky. “La nostra posizione: se i russi rifiutano un cessate il fuoco completo e incondizionato e la fine delle uccisioni, devono seguire sanzioni severe. La pressione sulla Russia deve essere mantenuta fino a quando la Russia non sarà pronta a porre fine alla guerra”, ha aggiunto Zelensky pubblicando la foto dell’incontro dei Volenterosi in una delle sale dell’Opera di Tirana.

Trump ha detto che “potrebbe” chiamare il presidente russo per discutere la fine della guerra russa in Ucraina. “Dobbiamo incontrarci. Ci incontreremo io e lui”, ha poi ribadito a bordo dell’Air Force One, poco prima di partire da Abu Dhabi. Lo riporta la Cnn.Penso che risolveremo il problema, o forse no, ma almeno lo sapremo. E se non lo risolveremo, sarà molto interessante”, ha sottolineato il presidente Usa. Finisce così il nuovo giro negoziale. L’ultima parola spetta al tycoon e allo zar. Niente di nuovo.

17 Maggio 2025

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