Il vertice a Istanbul
Negoziati Russia-Ucraina, in Turchia è gelo al tavolo delle trattative: le richieste “inaccettabili” di Putin per Kiev

Con le premesse di giovedì, l’incontro a Istanbul tra le delegazioni diplomatiche di Russia e Ucraina non poteva che terminare in un sostanziale flop.
Con i grandi attori assenti ai colloqui di pace ospitati dalla Turchia di Erdogan, ovvero Vladimir Putin, Volodymyr Zelensky e Donald Trump, il risultato dei negoziati è stato quello di ribadire un sostanziale stallo e la grande lontananza tra le richieste delle parti.
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Il primo incontro diretto tra le due nazioni dall’inizio del 2022 sempre in Turchia, subito dopo l’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte russa, si è rivelato non produttivo.
Responsabilità, come riferiscono più fonti diplomatiche, delle pretese avanzate del Cremlino: da Mosca le richieste presentate al tavolo dei negoziati sono state quelle del ritiro dell’esercito ucraino da diverse zone all’interno dell’Ucraina in cambio di un cessate il fuoco, ma soprattutto la cessione dei territori solo parzialmente occupati dall’esercito russo, ovvero Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson.
Talks have begun in Istanbul between the Ukrainian delegation, US officials, and representatives from Turkey, according to Ukraine’s foreign ministry. pic.twitter.com/3f3ivNgjd6
— KyivPost (@KyivPost) May 16, 2025
Richieste “scollegate dalla realtà e che vanno oltre qualsiasi termine precedentemente discusso”, ha fatto sapere una fonte diplomatica ucraina a conclusione dei colloqui, durati circa due ore. “La Russia voleva deliberatamente mettere sul tavolo proposte irrealizzabili per abbandonare l’incontro di oggi senza alcun risultato. L’Ucraina è pronta per un vero cessate il fuoco e per un ulteriore processo di pace autentico senza precondizioni, ha detto la stessa fonte.
L’unico accordo che sarebbe stato raggiunto, secondo quanto comunicato dal ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov al termine dell’incontro, è quello riguardante lo scambio di mille prigionieri di guerra da ciascun fronte. Se l’accordo avrà luogo, sarà il più grande scambio di prigionieri dall’inizio della guerra, da tre anni a questa parte.
Al tavolo il rappresentante di Putin è stato Vladimir Medinskij, ex ministro della Cultura e attuale consigliere del presidente russo, in un team che ha visto presenti anche i vice ministri degli Esteri Mikhail Galuzin e della Difesa Alexander Fomin. Sull’altro fronte del tavolo per Kiev era invece presente il ministro della Difesa Rustem Umerov, il viceministro degli Esteri Sergiy Kyslytsya e da rappresentanti di alto livello dei servizi segreti. Umerov ha ribadito che il “prossimo passo” dei negoziati tra Kiev e Mosca dovrà essere un incontro Zelensky-Putin.
E l’Europa? In questo quadro, in cui in particolare la Commissione Ue a guida von der Leyen è sostanzialmente assente, a muoversi sono solamente i cosiddetti “Volenterosi”.
Come riferito dall’Eliseo il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il premier britanico Keir Starmer, il primo ministro polacco Donald Tusk e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si sono incontrati oggi a Tirana a margine della sessione plenaria del summit della Comunità politica europea.
I cinque hanno avuto anche un colloquio telefonico con il presidente americano Donald Trump: assente anche in questo caso la premier italiana Giorgia Meloni, che su questa partita “non tocca palla”. Presidente del Consiglio che in un punto stampa a Tirana ha giustificato la sua assenza nell’ennesimo vertice dei Volenterosi con la posizione del governo, ovvero di “non essere disponibile a mandare truppe in Ucraina. Non avrebbe senso per noi partecipare a dei formati che hanno degli obiettivi sui quali non abbiamo dichiarato la nostra disponibilità. Credo che sia un fatto di chiarezza e di coerenza”, ha detto Meloni.
Versione, quella di Meloni, clamorosamente smentita da Macron. Il capo dello Stato francese da Tirana, rispondendo ad una domanda sulle parole della premier italiana, ha chiarito il punto: “C’è un errore di interpretazione, non abbiamo parlato di inviare truppe, la discussione era per un cessate il fuoco in Ucraina, domenica e oggi. Guardiamoci dal divulgare false informazioni, ce ne sono a sufficienza di quelle russe”.