La finale a Roma
Perché quella del Bologna in Coppa Italia è una vittoria storica: 1 a 0 al Milan, il trionfo di Saputo, Sartori e Italiano
Gli emiliani non alzavano un trofeo dalla Coppa Intertoto del 1998, una Coppa Italia dal 1974. Decide il gol di Dan Ndoye, è la conferma di una nuova realtà solida e strutturata nel calcio italiano
News - di Redazione Web

Serata storica a Roma, Stadio Olimpico, dove il Bologna ha battuto il Milan 1 a 0 nella finale di Coppa Italia. Non succedeva dal 1974, da quando gli emiliani non alzavano il trofeo per la seconda e ultima volta nella loro storia. È il coronamento di un percorso lungo anni, passato per la storica qualificazione in Champions League l’anno scorso, che certifica il club come una delle realtà in crescita della Serie A italiana. A decidere la rete di Dan Ndoye al 63esimo. Epilogo grottesco per il Milan, protagonista di una stagione desolante salvo la vittoria della Supercoppa Italiana.
Soltanto pochi giorni fa, allo Stadio San Siro, le due squadre si erano affrontate in campionato. Era finita 3 a 1 in rimonta per i rossoneri. Il primo tempo della finale è stato più combattuto, compassato, con il Bologna a cercare spazi in manovra e il Milan molto pericoloso in una sola occasione neutralizzata da Skorupski. Secondo tempo pallino del gioco in mano al Bologna senza alcuna vera occasione per il Milan nonostante un tentativo di forcing finale. Feroce la conclusione di Ndoye, uno dei calciatori che più si sono fatti notare quest’anno a Bologna, al culmine di una bella combinazione offensiva.
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Festa totale al fischio finale sia all’Olimpico che in Piazza Maggiore a Bologna. In campo anche i cantanti Cesare Cremonini e Gianni Morandi, super tifosi della squadra. L’ultima volta che il Bologna aveva sollevato un trofeo era stata nel 1998 con la Coppa Intertoto. La vittoria qualifica automaticamente il Bologna all’Europa League nonostante il club sia ancora in corsa per la Champions a due giornate dalla fine del campionato di Serie A.
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È la vittoria della società dell’imprenditore caseario canadese Joey Saputo, che arrivato nel 2014 ha costruito negli anni una realtà strutturata e sostenibile. È la vittoria di Giovanni Sartori, il direttore tecnico dal 2022 a Bologna dopo una lunga esperienza all’Atalanta, considerato tra i migliori in Italia, che ha continuato a scoprire e a portare talenti all’ombra delle Due Torri, e del direttore sportivo oltre che ex capitano e calciatore Marco Di Vaio. È la vittoria dell’allenatore Vincenzo Italiano che è riuscito a mantenere il livello l’anno dopo la miglior stagione degli ultimi 60 anni, con Thiago Motta in panchina e la conquista della Champions League. E in estate la squadra ha venduto Riccardo Calafiori, Alexis Saelemaekers e Joshua Zirkzee, tre tra i migliori calciatori della scorsa stagione.
Italiano ha dimostrato di poter reggere confronto, pressioni e aspettative di una stagione memorabile portando anche un trofeo in bacheca. Ha sfatato il tabù delle tre finali consecutive perse con la Fiorentina tra Coppa Italia e Conference League. Lo stesso non si può dire per Sergio Conceição: l’allenatore portoghese era arrivato a Milano già con un trofeo, la Supercoppa italiana vinta in finale in rimonta contro l’Inter. Il resto della stagione non ha mantenuto quelle aspettative. La sua permanenza al Milan è improbabile. La vittoria della Coppa Italia del Bologna certifica una realtà solida e strutturata, stabile e in crescita, una nuova piazza con la quale fare i conti in Italia che non ha intenzione di restare per molto tempo ancora soltanto una squadra-simpatia.
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