L'ultimo album

Cesare Cremonini, del nuovo disco “Alaska Baby” non si può parlare male, dal grande viaggio ai live: “Io disagiato fuori dal palco”

L'ultimo lavoro nato da un viaggio partito da Antigua, continuato negli USA e in Alaska. A 25 anni dall'iconica "50 Special". "Tutti mi chiedono com’è cantare negli stadi pieni, più interessante raccontarti com’è sentirsi soli con 500mila biglietti venduti"

News - di Antonio Lamorte

3 Dicembre 2024 alle 18:30

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Foto LaPresse 13 Giugno, 2022 Milano, Italia News Il concerto di Cesare Cremonini allo Stadio di San Siro. Nella foto: Cesare Cremonini Photo LaPresse June 13, 2022 Milan, Italy News Cesare Cremonini’s concert at the San Siro Stadium. In the picture: Cesare Cremonini
Foto LaPresse 13 Giugno, 2022 Milano, Italia News Il concerto di Cesare Cremonini allo Stadio di San Siro. Nella foto: Cesare Cremonini Photo LaPresse June 13, 2022 Milan, Italy News Cesare Cremonini’s concert at the San Siro Stadium. In the picture: Cesare Cremonini

Neanche a pagare si trova in giro una parola cattiva sull’ultimo disco di Cesare Cremonini, Alaska Baby. Sarà per l’ormai consolidata aura da popstar, per la familiarità acquisita e coltivata nei 25 anni passati da quella 50 Special e dall’album Squérez dei Lunapop, per una coerenza artistica riconosciuta da pubblico e critica, per il gap con tutta una produzione nel panorama italiano – la stessa per cui ci si esalta al Festival di Sanremo: davvero poco – che non sembra avere molto da dire e in più lo dice sempre allo stesso modo, che sarebbe quello più alla moda, per far riscoprire cosa può fare la canzone d’autore per la musica pop.

Lui stesso si sta impegnando non poco a rilanciare le notizie su record di streaming e vendite di queste settimane. Era già successo con Ora che non ho più te, delizioso singolo in odor di The Weeknd scritto con il sodale Davide Petrella in arte Tropico che aveva anticipato il nuovo album di inediti nato da un viaggio partito come un riflesso condizionato nel pieno di un blocco dello scrittore – all’album si aggiungerà anche un documentario che racconterà genesi ed esegesi in streaming su Disney+.

Com’è nato Alaska Baby

A 44 anni, dopo un grande tour negli stadi, un’iniziativa nelle periferie di alcune città italiane, dopo aver riempito con 70mila persone l’autodromo di Imola, festeggiato i 25 anni di 50 Special, deve essersi sentito svuotato. Prima Antigua, nei Caraibi, da Miami a Seattle in automobile, quindi l’Alaska, e ancora Nashville, New Orleans, Memphis negli Stati Uniti. Sulle orme di Bob Dylan, Johnny Cash, Gerry Lee Lewis, Elvis Presley – non è detto che si troveranno tracce di questi cantanti nei brani dell’album.

“Il palcoscenico è il mio ventre materno – ha raccontato in un’intervista per Serre de Il Corriere della Sera allo scrittore Premio Strega Paolo Cognetti – il posto più sicuro al mondo per me. Io sono un disagiato fuori. Tutti mi chiedono com’è cantare negli stadi pieni di gente ma sarebbe più interessante raccontarti com’è sentirsi soli in una notte di novembre, con 500mila biglietti venduti. Mezzo milione di persone che hanno pagato per guardarti e ascoltarti, e tu ti senti l’uomo più solo della terra”. Tutto l’album è pervaso da un’atmosfera misteriosa, un piegamento che non aspetta altro che esplodere verso l’esterno, l’attesa per la luce dell’aurora boreale.

Le canzoni di Alaska Baby

Alaska Baby è disco ambizioso già dalla prima traccia, la title-track, potente brit-pop, chitarra rock d’altri tempo, una suite d’apertura poderosa. E lui che si vuole perdere nel mondo, e tra le gambe di lei. Aurore boreali con Elisa è una ballata elegante ma ridondante. Ragazzi innamorati ma impacciati in Ragazze Facili che quando cresce sembra proprio (troppo?) Lucio Dalla. Dark Room sembra un pezzo degli Arctic Monkeys di AM. Con Luca Carboni si gira per le colline di San Luca. “Voglio stare da solo così magari mi trovo”. Atmosfere alla Coldplay permeano Il mio cuore è già tuo. Acrobati, in chiusura, ricorda quello che può fare Cremonini con la canzone d’autore.

Alaska Baby è più concept e meno immediato di Possibili scenari e La ragazza del futuro, gli ultimi due solidi album di Cremonini che lo avevano confermato a livello autoriale. Non è detto sia proprio il capolavoro del solista. Per Universal Music è “luminoso, accecante, artisticamente ispirato come pochi nel panorama musicale italiano odierno”. Sembra concepito per la dimensione live, per gli stadi in cui Cremonini ha già dimostrato di essere animale da palcoscenico. Non si può dire nulla di cattivo neanche su questo.

3 Dicembre 2024

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