Le parole del Pontefice
Il Papa sfida i giornalisti: “Disarmate le parole”
Se giornali e governi e partiti continueranno a insistere per riarmo dell’Europa e per il passaggio dal Welfare al Warfare la battaglia è persa.
Cronaca - di Piero Sansonetti

Il papa ha incontrato i giornalisti e ha consigliato loro di disarmare le parole. Lo aveva già fatto Bergoglio, prima di morire, in una lettera al direttore del Corriere della Sera. Il papa ha sostenuto che disarmare le parole è il primo passo per disarmare gli Stati. E quindi lavorare per la pace. Il papa, come il suo predecessore, ha già detto due volte in questi pochi giorni che la pace può essere solo “disarmata”. Se si corre alle armi si produce guerra.
L’uso dell’espressione “disarmare le parole” pronunciata durante un incontro coi giornalisti di tutto il mondo ha un significato evidentissimo: la condanna del giornalismo con l’elmetto. In questi anni, soprattutto qui in Italia, la grande maggioranza dei giornali italiani ha indossato l’elmetto e ha usato i missili delle parole. Lo ha fatto in riferimento alla guerra di Ucraina, ma soprattutto alla guerra in Medioriente. Sui grandi giornali è sempre stato difeso il diritto alla guerra di Israele, e anche il diritto allo sterminio. Le parole sono state armate contro le piccole minoranze che hanno invocato la pace, e che hanno difeso i diritti dei palestinesi.
Tutti gli inviti pacifisti di Bergoglio sono stati ignorati dalla grande stampa italiana (in altri paesi, compreso Israele, c’è più pluralismo). Ora bisogna capire se il nuovo papa avrà maggior credito. Lo vedremo subito. Se giornali e governi e partiti continueranno a insistere per riarmo dell’Europa e per il passaggio dal Welfare al Warfare la battaglia è persa.