Si fermano i combattimenti

Scontri nel Kashmir, India e Pakistan firmano un fragile “cessate il fuoco”: Delhi denuncia violazioni

Esteri - di Redazione

10 Maggio 2025 alle 17:33

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Scontri nel Kashmir, India e Pakistan firmano un fragile “cessate il fuoco”: Delhi denuncia violazioni

Dopo colloqui mediati dagli Stati Uniti, sabato pomeriggio India e Pakistan hanno confermato la firma su un accordo di cessate il fuoco.

Uno stop alle ostilità durante quattro giorni al confine della contesa regione del Kashmir, che ha portato a conflitti armati al confine, bombardamenti, lanci di missili e droni, con informazioni dal Kashmir contrastanti su portata e responsabilità degli attacchi tra i due “schieramenti”.

Una crisi iniziata martedì 6 maggio, quando l’India aveva lanciato alcuni missili nel Kashmir pakistano provocando la morte di almeno venti persone. Si trattava dalla ritorsione decisa dal governo di Nuova Delhi per l’attacco terroristico compiuto lo scorso 22 aprile Pahalgam, nel Kashmir indiano, da un gruppo armato islamista. Secondo Narendra Modi, il primo ministro ultranazionalista indiano, il gruppo autore dell’attacco era sostenuto militarmente ed economicamente dal governo pakistano, che ha smentito tale versione.

Nei giorni successivi al 6 maggio nel Kashmir, regione che i due Paesi potenze nucleari si contendono dal 1947, sin dalla “partizione” del vecchio impero coloniale britannico, vi erano stati scontri e bombardamenti: in particolare le autorità di Islamabad avevano rivendicato l’abbattimento di cinque jet da guerra indiani.

Nella notte tra venerdì e sabato l’ultima escalation del conflitto a causa dell’offensiva indiana, con missili che avevano colpito tre basi militari pachistane a Nour Khan, nei pressi della capitale Islamabad, oltre a Mourid e Chorkot. Raid in cui secondo le autorità del Pakistan erano morte 13 civili. Come risposta Islamabad aveva lanciato l’Operazione Muraglia di Piombo con gli attacchi ad una serie di obiettivi militari indiani nel nord-ovest del Paese, tra cui il campo d’aviazione di Pathankot, nel Punjab, e la base aerea di Udhampur, nel Kashmir indiano.

Al cessate il fuoco odierno si è arrivati tramite la mediazione statunitense, ma anche la vicina Cina (che controlla a sua volta una parte della regione del Kashmir) aveva chiesto ai due Paesi di interrompere gli scontri. “Dopo una lunga notte di colloqui mediati dagli Stati Uniti, sono lieto di annunciare che India e Pakistan hanno concordato un cessate il fuoco totale e immediato”, ha annunciato sui suoi canali social il presidente americano Donald Trump. A seguito dell’annuncio il Pakistan ha ha riaperto il suo spazio aereo, che era stato chiuso fino a domenica mattina.

L’India ha confermato il cessate il fuoco con una breve comunicazione presso il ministero degli Esteri, cos’è come Islamabad: “Non si tratta di un’intesa parziale, ma di un vero e proprio cessate il fuoco”, ha dichiarato il ministro degli Esteri pachistano Mohammad Ishaq Dar.

Eppure in serata da Nuova Delhi è arrivata l’accusa al Pakistan di aver più volte violato il cessate il fuoco concordato poche ore prima. Il segretario agli Esteri, Vikram Misri, ha parlato di “ripetute violazioni” della tregua ed ha riferito che le “forze armate stanno dando una risposta adeguata e appropriata a queste violazioni”.

di: Redazione - 10 Maggio 2025

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