Confine ad alta tensione
Perché India e Pakistan combattono in Kashmir, storia di una guerra lunga 80 anni tra potenze nucleari
Esteri - di Carmine Di Niro

Un conflitto ad intermittenza lungo quasi 80 anni che è riesploso, con i rischi che ne conseguono coinvolgendo due potenze nucleari in possesso di circa 300 testate totali, la scorsa notte.
Tra India e Pakistan si è riaccesa l’escalation che coinvolge, come già nel lontano 1947, le rivendicazioni sulla regione del Kashmir. Tensioni riermese il 22 aprile scorso, quando un attacco terroristico compiuto da milizie islamiche della “Resistenza del Khasmir”, piccolo gruppo legato al Lashkar-e-Taiba, avevano ucciso 25 turisti indiani a Pahalgam, nel Kashmir indiano, compiendo il più sanguinoso attacco terroristico in India dal 2008.
Nuova Delhi e il governo ultranazionalista indù di Narendra Modi aveva esplicitamente accusato il Pakistan di aver fornito sostegno e appoggio ai terroristi: la prima reazione era stata la sospensione del Trattato sulle acque dell’Indo, un accordo siglato negli anni Sessanta per stabilire e limitare i diritti e gli obblighi di entrambi i Paesi in merito all’uso delle acque del sistema fluviale del fiume Indo, ma l’escalation è arrivata nella notte con i bombardamenti nel Kashmir pakistano e poi con gli scontri armati lungo la “linea di controllo”, l’area di demarcazione militare che divide il Kashmir indiano da quello pakistano.
Per capire i “perché” della tensione esplosa questa notte bisogna tornare indietro al 1947, alla “partizione” dell’India all’epoca colonia dell’impero britannico. Da quel gigantesco territorio nacquero due Paesi, l’India a maggioranza hindu e il Pakistan musulmano.
Il Kashmir, regione himalaiana che fino ad allora era un regno indipendente, fu reclamata da entrambe: l’ultimo maharaja Hari Singh, malgrado la maggioranza della popolazione dello stato di Jammu e Kashmir fosse di religione musulmana e come tale avesse intenzione di entrare nella Lega Musulmana, era intenzionato a mantenere indipendente il proprio stato. Ne nacque una rivolta interna e Hari Singh si rivolse all’India per reprimere la rivolta, dovendo però così firmare l’annessione all’India.
Ne nacque così il primo conflitto armato tra i due Paesi, la cosiddetta “prima guerra indo-pakistana”, conclusasi nel gennaio del 1949: l’accordo di cessate il fuoco prevedeva di tracciare una linea di confine provvisoria con due terzi del Kashmir sotto il controllo indiano e la restante parte al Pakistan.
Le tensioni tra Pakistan e India non finirono, provocando altri due conflitti nel 1965 e nel 1971, in quest’ultimo caso con l’intervento indiano a sostegno dei ribelli bengalesi pro-indipendenza nel Pakistan orientale, con i negoziati che portarono alla nascita dell’odierno Bangladesh e che definì il tracciato della Linea di Controllo in Kashmir.
Da allora le ostilità tra i due Paesi sono riprese periodicamente, con gli episodi più significativi nel 1999, nel 2016 e nel 2019.