A Secondo Parmense
Sextorsion: si spacciava per ragazza in chat e ricattava per le immagini di nudo, denunciato
Tutto cominciato da un richiesta di amicizia sui social. La vittima ha denunciato dopo aver ceduto in un primo momento al ricatto
Cronaca - di Redazione Web

Si era spacciato per una ragazza, aveva chiesto l’amicizia sui social network, era nata una relazione che però era finta. A uso e consumo di una truffa. È accusato di “sextortion” un 27enne di Secondo Parmense, denunciato dai carabinieri per estorsione a sfondo sessuale, già noto alle forze dell’ordine per reati analoghi. Sempre più comune negli ultimi tempi, quello di extorsion, per via della frequenza di relazioni online, virtuali.
Tutto è nato da una richiesta d’amicizia sui social ricevuta da un giovane di 25 anni: richiesta d’amicizia da parte di una ragazza. I due ragazzi non si erano mai conosciuti prima. Così è nata un’amicizia virtuale. Sempre più messaggi, sia intimi che in videochiamata. La vittima non si era accorta fosse attiva la registrazione del loro incontro in diretta online, il ragazzo era rimasto in attesa delle immagini della ragazza nuda. Le immagini non sono mai arrivate.
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Il ragazzo ha interrotto la videochiamata. Poco dopo gli sono arrivate le prime minacce via chat con richiesta di denaro per evitare la diffusione delle immagini intime ai suoi contatti. Dopo aver ceduto al ricatto in un primo momento, la vittima ha successivamente denunciato ai carabinieri dopo aver ricevuto altre richieste di denaro. I militari sono risaliti all’identità del ricattatore, intestatario del conto corrente utilizzato per il pagamento.
Già un paio di anni fa la Polizia Postale lanciava un appello parlando della frequenza delle denunce per la fattispecie di reato. “Si tratta di un fenomeno con un enorme potenziale di pericolosità perché agisce sulla fragilità delle vittime. Quello che nasce come un gioco sessuale li trasporta in un incubo fatto di ricatti, continue richieste di denaro e minacce, da attuare con la diffusione sui social immagini intime ottenute tramite live chat”.
In quel caso le autorità descrivevano l’approccio e la metodologia di chi circuiva le vittime e invitava ad alcuni comportamenti per sventare il raggiro. Come segnalare il commento e bloccare l’utente, non cedere mai al ricatto pagando, non vergognarsi delle immagini intime, non cancellare i messaggi scambiati con i malintenzionati, fare una segnalazione al portale per chiedere aiuto. “Le vittime, intrappolate tra la vergogna e la paura che le immagini intime possano essere viste dai loro contatti, tendono a tenersi tutto per sé, a non confidarsi con nessuno, e fin quando possono, a pagare”.