Calcio
È morto Jair, addio alla “Freccia Nera”, il brasiliano della Grande Inter che vinse tutto
Sua la rete della vittoria della seconda Coppa dei Campioni. Soffiato al Milan, giocò con Pelé, vinse anche un Mondiale senza mai scendere in campo
News - di Redazione Web

Addio alla “Freccia Nera”, il brasiliano della fascia che vinse tutto in Italia, l’ala del gol decisivo della seconda Coppa Campioni nerazzurra. A 84 anni è morto Jair Da Costa, più noto come Jair, protagonista della grande Inter dell’allenatore Helenio Herrera che negli anni ’60 vinse tutto. Una squadra rimasta nella storia. Sulle spalle il numero 7 delle grandi ali di tutti i tempi. Era malato da tempo.
Jair era nato a Santo André il 9 luglio del 1940, era cresciuto a Osasco, dove si era trasferito quando aveva otto anni. I nerazzurri riuscirono ad acquistarlo dopo un duello sul mercato con i cugini rossoneri del Milan, che ripiegarono sull’altro brasiliano Germano. Leggenda vuole che Nereo Rocco lo giudicasse troppo fragile per il campionato italiano. Il tesseramento fu ritardato dalle presenze in rosa dello spagnolo Luis Suárez e dell’inglese Gerry Hitchens, complice il regolamento dell’epoca. Dopo un inizio di stagione complicato, il britannico fu venduto e il brasiliano arrivò a Milano per 170 milioni di lire. Altra leggenda vuole che rimase stupito quando vide per la prima volta la neve.
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Ala destra veloce, forte fisicamente, arma micidiale nel contropiede, pericoloso nella conclusione. Alla prima stagione segno dieci reti, la prima al debutto dopo appena due minuti di gara. Fu scudetto. Divenne anche il primo marcatore della storia dell’Inter nella massima competizione continentale dopo il gol contro l’Everton del 25 settembre 1963. Jair con l’Inter vinse anche due Coppe Campioni e altrettante Intercontinentali. Suo il gol decisivo al Benfica che il 27 maggio del 1965 decretò la vittoria della seconda Coppa Campioni. Una rete provocata anche dalla papera colossale di Costa Pereira che si fece scivolare il pallone inzuppato di pioggia tra le mani e sotto le gambe.
É scomparso Jair. Ala destra dal dribbling fenomenale, ha vinto tutto con la Grande Inter.
Quattro campionati, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, un posto nell’eternitá di una squadra leggendaria.
Il Club si stringe alla sua famiglia in questo momento… pic.twitter.com/BKK4wh4E0e— Inter ⭐⭐ (@Inter) April 26, 2025
Alla Roma in prestito nella stagione 1967/1968, tornò a Milano dove vinse il campionato 1970/1971. Jair fu anche compagno di Pelé nel Santos, quando tornò in Brasile, e per due anni giocò in Canada. Non brillò in Nazionale, una selezione verdeoro stracolma di fenomeni in quegli anni, primo fra tutti, sulla sua fascia, Garrincha. Giocò soltanto una partita in Nazionale, vinta 3 a 1 con il Galles. Ai Mondiali del 1962 fu convocato e vinse il titolo ma non giocò mai, non entrò mai in campo.
Resterà per sempre uno di quei nomi della formazione scandita come una filastrocca magica: Sarti, Burgnich, Facchettin, Bedin, Guardineri, Picchi, Jair, Peirò, Mazzola, Suarez, Corso. Di quella squadra rimasta nella storia sono rimasti in vita soltanto Bedin, Guarneri e Mazzola. 260 partite, 69 gol, 4 Scudetti, 2 Coppe Campioni, 2 Intercontinentali. “Un posto nell’eternitá di una squadra leggendaria – ha scritto l’Inter in un post sui social – Il Club si stringe alla sua famiglia in questo momento difficile”.