L'ultimo gesto

Papa Francesco, l’ultimo gesto prima di morire: ha donato 200mila euro dal proprio conto ai detenuti

News - di Redazione

23 Aprile 2025 alle 17:48

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Foto Vatican Media/LaPresse
Foto Vatican Media/LaPresse

Un Pontefice sempre vicino agli ultimi tra gli ultimi, i detenuti. Anche negli ultimi giorni di vita, quando un Papa Francesco uscito dal ricovero al Policlinico Agostino Gemelli di Roma era ancora in evidente difficoltà fisica, il pensiero di Bergoglio è andato a chi è recluso dietro le sbarre.

Non solo per la visita ai detenuti del carcere romano di Regina Coeli, ma anche con un gesto tenuto nascosto fino ad oggi. Come rivelato a Repubblica da monsignor Benoni Ambarus, Vescovo delegato alle carceri e ausiliare di Roma che Papa Francesco aveva già voluto accanto a sé per l’apertura della Porta Santa della chiesa del Padre Nostro nel carcere di Rebibbia, Bergoglio ha donato 200mila euro per i detenuti.

“Fino a pochi giorni fa, il Santo Padre trascinava il suo corpo a Regina Coeli, per urlare al mondo, con tutta la sua forza, la necessità di prestare attenzione ai detenuti. Gli ultimi suoi averi li ha donati a loro, 200mila euro dal suo conto personale”, ha raccontato Don Ben, come è noto monsignor Ambarus.

“Quando ho chiesto un contributo, mi ha detto che le finanze erano terminate. Poi ha aggiunto: “Non preoccuparti, ho qualcosa nel mio conto”. Ha inviato 200 mila euro di tasca sua. Ora, con il testamento, vengo a sapere che verrà seppellito grazie a un benefattore. Perché lui ha donato tutto sé stesso agli ultimi”, spiega a Repubblica il monsignore.

Un gesto che conferma il grande impegno e le attenzioni del Pontefice argentino nei confronti delle persone private della loro libertà. Eppure, è il commento amaro di monsignor Ambarus, “le istituzioni non hanno fatto nulla per dare anche solo un piccolo segnale. Il mio bilancio non è positivo”.

Per il delegato alle carceri di Francesco però “i carcerati vedevano in lui la speranza. Per loro è morto un padre, è il senso della lettera che mi hanno affidato”. Quanto a Papa Francesco, “soffriva pensando alle condizioni delle carceri” e “ha sempre mostrato una grande attenzione ma i suoi appelli sono finiti nel vuoto”.

Per monsignor Ambarus è proprio l’apertura della Porta Santa nel carcere di Rebibbia il gesto che rappresenta la cifra del suo pontificato: “Era un modo per riaccendere la luce sul mondo dei detenuti. Per loro significa speranza, presenza, rispetto”.

di: Redazione - 23 Aprile 2025

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