L'annuncio del miliardario
Elon Musk fa un passo indietro dal Doge, la crisi di Tesla spinge il miliardario a lasciare il governo Trump

Le smentite di rito delle scorse settimane sono servite a poco. È stato infatti lo stesso Elon Musk a dover ammettere ed annunciare una retromarcia dal suo incarico da capo del Doge, il dipartimento creato da Donald Trump per il suo “presidente-ombra” e principale sponsor economico col fine di tagliare per centinaia di miliardi la spesa federale Usa.
Il miliardario e Ceo di Tesla, X e SpaceX ha infatti annunciato che dal prossimo mese di maggio ridurrà il suo impegno nel governo statunitense per dedicarsi maggiormente alle sue società. Tra queste quella che ha maggiormente delle attenzioni dell’imprenditore sudafricano è sicuramente Tesla, la più nota tra le cause automobilistiche “full electric”.
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I conti della società destano preoccupazione: gli utili di Tesla tra gennaio e marzo hanno registrare un calo del 71 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, le immatricolazioni e le vendite sono in calo e sono sempre più i clienti che non vogliono essere associati al marchio di Elon Musk dopo la sua deriva estremista, da vero e proprio “aggregatore” di una nuova internazionale di estrema destra dagli Stati Uniti alla Germania, passando per Italia, Regno Unito ed Est Europa.
Musk ha detto che continuerà a lavorare per il dipartimento per l’Efficienza del governo per “uno o due giorni a settimana, finché il presidente lo vorrà”, anche perché secondo lo stesso Musk il lavoro al dipartimento sarebbe “quasi completo”. Era stato proprio Donald Trump ad annunciare ad inizio aprile che il suo stretto collaboratore, che ha finanziato con oltre 200 milioni di dollari la sua campagna elettorale per la Casa Bianca, avrebbe fatto un passo indietro: “Ci sarà un momento in cui Elon dovrà lasciare”, aveva chiarito il tycoon.
Il passo indietro di Musk inoltre era tecnicamente dovuto per legge. L’imprenditore infatti è a capo del Doge con la qualifica di “impiegato speciale del governo”. Se da una parte questa nomina gli consente di non essere sottoposto ai normali controlli finanziari imposti agli impiegati governativi e senza dover disinvestire dalle proprie aziende, dall’altra parte la qualifica gli consente di lavorare per il governo soltanto per 130 giorni all’anno, e ad oggi ne sono trascorsi già più di novanta.
I mercati hanno mostrato di aver apprezzato il passo indietro di Musk. Il titolo di Tesla dopo l’annuncio dell’imprenditore è salito nelle contrattazioni after hours di Wall Street sfiorando il quattro per cento di guadagno.